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lunedì 10 dicembre 2012

SOCRATE - filosofia


SOCRATE

-          Nasce ad Atene nel 470/469 a.C. e morì nel 399 a.C.
-          Fu condannato a morte per empietà con l’avvelenamento
       » accusato di corrompere i giovani e di non credere agli dei della città (dietro queste accuse si
          nascondono risentimenti personali e manovre politiche)
       » i suoi seguaci preparano una fuga, ma lui la rifiuta: sarebbe stato male
       » pur di non rinunciare alla sua anima si fa uccidere,sarebbe stato peggio vivere con l’anima corrotta
       » gli offrirono un accordo: salva la vita a patto che non avrebbe più filosofato
       » preferisce morire rispetto a rinunciare alla filosofia, alla propria coscienza, a se stesso
-          Non fondò una scuola, ma tenne il suo insegnamento in luoghi pubblici
-          Riesce ad affascinare le masse e per questo si procura molti avversari e nemici
-          non partecipa alla vita politica ma ne indaga le basi
-          Figlio di uno scultore e una levatrice
-          Spesso dirà di esercitare lo stesso lavoro della madre, ovvero di far partorire la verità dall’anima gravida degli uomini, in cui ci deve essere però già un’apertura alla verità, un presupposto. Nello stesso modo, solo le donne gravide possono partorire, non le sterili.
-          La sua vita si può dividere in due fasi
1.      frequentazione dei fisici (in particolare di Archelao)
2.      influssi della sofistica: sposta il pensiero sull’uomo, sebbene polemizzi le loro tesi
-          Non scrisse nulla
      » non voleva insegnare una dottrina, ma un metodo, quello di far partorire la verità
      » la scrittura non è un mezzo adatto a questo compito, accetta solo il dialogo tra uomini
      » lo conosciamo attraverso gli scritti di altri autori, soprattutto ne “le nuvole” di Aristofane
      » la filosofia è un momento dialettico di confronto delle mie idee con quelle degli altri
      » la filosofia è un percorso che non si può ingabbiare nella scrittura
      » il dialogo porta ad un esame dell’anima (spogliarsi dall’illusione di sapere per partorire la verità)
-          I suoi discepoli hanno messo per iscritto i suoi insegnamenti e ci sono diverse fonti, purtroppo spesso in contraddizione tra di loro.
      » Aristofane » mette in rilievo il Socrate della prima parte della sua vita
      » Platone » idealizza Socrate e lo fa portavoce anche delle proprie idee e convinzioni
      » Senofonte » descrive Socrate riducendolo e banalizzandolo
                          » impossibile che gli Ateniesi abbiano potuto mettere a morte un uomo così
      » Aristotele » parla occasionalmente di Socrate (preso come scrittore più oggettivo)
-          Rivoluzione » compie un’opera di rivoluzione nel pensiero dell’uomo che segna una rottura
                              rispetto a quella precedente formando le basi della mentalità attuale
                           » dopo Socrate ad Atene ha una svolta anche la letteratura
                           » si può chiamare una rivoluzione spirituale
PENSIERO

  1. ricerca di una definizione
      » che cos’è l’uomo? Che cos’è la natura? (stessa problematica dei sofisti, ma più approfondita)
      » la natura dell’uomo è la sua anima = l’uomo è la sua anima
      » anima = sede dell’identità pensante, ed eticamente operante, della coscienza intellettuale e morale
                    » è ciò che contraddistingue l’uomo da qualsiasi altro essere
                    » è “l’io consapevole” » dà il via alla tradizione morale ed intellettuale
      » capisce che i naturalisti, nella ricerca della physis hanno detto tutto e il contrario di tutto
      » questo perché i naturalisti si sono posti dei problemi insolubili per l’uomo
      » Socrate indaga su che cosa sia l’essenza dell’uomo
  1. curare se stessi significa curare la propria anima, non il proprio corpo
      » il compito supremo dell’educatore, e quindi del filosofo, è quello di insegnare agli uomini
         come curare la propria anima, come partorire la verità (verità è in noi, è quindi soggettiva)
      » Socrate, come si legge nell’Apologia, ritiene di aver ricevuto questo compito da un dio
      » distinzione netta tra corpo e anima deriva dall’influenza radicata dei misteri Orfici
      » l’uomo si avvale del proprio corpo come di uno strumento, il soggetto è l’uomo, l’anima
      » che cos’è l’uomo? » ciò che si serve del corpo, non il suo corpo, ovvero l’anima (ψυχή)
      » il corpo è solo il braccio operativo dell’anima
  1. la virtù dell’uomo è la scienza, la conoscenza, il vizio è l’ignoranza
      » l’aretè (ἀρητή), la virtù, è ciò che rende una cosa buona e perfetta in ciò che è
      » è ciò che perfeziona ciascuna cosa facendola essere ciò che deve essere
      » quell’attività che rende perfetta l’anima, la cosa più importante, è la scienza
      » quindi i valori veri non sono legati alle cose esteriori (ricchezza…) né al corpo (bellezza…)
      » la cura del corpo ha valore se in relazione alla coscienza
      » cancella tutti i valori tradizionali, per instaurarne un unico, gli altri ne sono derivati
      » la conoscenza è quando la virtù prevale sulla vita umana (quindi anche sulle azioni)
      » non esiste più una pluralità di virtù, ce n’è una che è fondata sulle abitudini
      » sottopone la vita umana e i suoi valori al dominio della ragione (come i naturalisti avevano
         sottoposto la realtà, il cosmo al dominio dell’intelligenza suprema)
     » la virtù stessa è già un premio, già un fine, vale la pena quindi essere virtuosi
     » il fine non arriverà dopo la morte, ma è sperimentabile già sulla terra, nell’aldilà ci sarà
        solo il premio per la condotta seguita sulla terra
  1. nessuno pecca volontariamente e chi fa il male lo fa per ignoranza del bene
      » questo ragionamento, collegato al punto 3, è chiamato “intellettualismo socratico
      » il peccato viene ridotto a un difetto di conoscenza, a fare un errore pensando che si faccia
         il proprio bene, a un errore di ignoranza
      » non è possibile conoscere il bene e non farlo, l’uomo, per sua natura, ricerca sempre il
         bene, e quando fa il male non lo fa in quanto male, perché si aspetta di ricavarne un bene
      » non si deve temere ciò che fa male al corpo, ma ciò che fa male all’anima (ignoranza)
  1. l’orizzonte dell’uomo è la felicità
      » la felicità non è soddisfare i piaceri estetici, ma quelli interiori
      » la conoscenza, che non è un contenuto, ma un modo di fare, porta alla felicità
      » il problema di Socrate è l’eudaimonia, cioè la felicità attraverso l’etica (=comportamento)
      » la felicità è quando l’anima corrisponde pienamente alla sua natura razionale
      » in Aristotele leggiamo la definizione di uomo come animale razionale
      » in greco si chiama eudaimonia = avere un demone buono che garantisce la buona sorte
      » nel tempo questo concetto viene interiorizzato già dai presocratici
      » la felicità non viene dalle cose esterne né dal corpo, ma dall’anima
      » l’anima è felice quando è se stessa, quando è virtuosa
      » la felicità è già sulla terra qualunque siano le circostanze nella vita e dopo di essa
      » l’uomo virtuoso non può patire nulla, non in vita perché nessuno può danneggiargli
         l’anima, solo le cose esteriori, non dopo la morte perché se c’è un aldilà verrà premiato
         della condotta sulla terra, se non c’è diventa un essere nel nulla
      » l’uomo è il vero artefice della propria felicità o infelicità
  1. con l’osservazione dell’ordine nella realtà deduce la prova dell’esistenza di Dio
      » Dio non si vede, ma se ne percepisce la presenza con l’intelligenza
      » è il primo a dare la prova dell’esistenza di Dio
      » per lui Dio ha dotato l’uomo di un’intelligenza simile alla sua, che permette di percepirLo
  1. la libertà è il dominio della razionalità sull’animalità
      » nuovo concetto dell’eroe: uomo che è capace di dominare il suo istinto ed è dominato dalla
         ragione (è l’uomo cosciente, non più quello che combatte bene, o l’uomo bellissimo)
      » l’eroe è colui che riesce a vincere i nemici interiori dell’anima, non esteriori
      » il sapiente è colui che cerca di aver bisogno del numero inferiore di cose
      » la libertà diventa un’autarchia, un’autonomia, sciogliere l’anima dal corpo
  1. il daimònion socratico
      » è una “voce divina” che vieta, si fa sentire l’attimo prima di compiere il male
      » non ordina mai, ma vieta ciò che va contro l’uomo
      » ha un aspetto religioso, è come Dio che ti parla (accusato di creare altri dei)
      » ha un aspetto psicologo, che coincide con la coscienza, con il cuore
      » ha una spetto caratteriale, legato alla persona
      » è come un istinto divino che ti trattiene quando sei sul punto di fare il male
      » non centra con l’ambito delle verità filosofiche perché essi traggono la loro validità dal
         logos, non da una rivelazione divina
  1. metodo dialettico socratico
      » insegna tramite il dialogo a dare ragione delle proprie convinzioni
      » il dialogo diventa occasione per esaminare la propria anima
      » il fine è quello di rendere conto della propria vita, di rendersi coscienti, di rendersi virtuosi
  1. so di non sapere
      » i sofisti si ponevano davanti all’ascoltatore come coloro che soli sanno tutto
      » Socrate invece ammette di non sapere, e proprio questi lo rende più sapiente di altri
      » compie una rottura con » il sapere dei naturalisti (si rivela vano perché irraggiungibile)
                                               » il sapere dei sofisti (era solo superbia ed esercizio della retorica)
                                               » il sapere dei politici e dei cultori (inconsistente ed acritico)
      » distinzione tra sapere umano e sapere divino (irraggiungibile dall’uomo, ne sono esempio i
         naturalisti che erano arrivati a dire tutto e il contrario di tutto su qualcosa di irraggiungibile)
      » l’unico veramente sapiente è Dio, la sapienza dell’uomo non è nulla in confronto
      » l’uomo si avvicina a Dio solo attraverso un percorso di conoscenza
      » non crede negli dei della tradizione, li defisicizza (= toglie loro la dimensione fisica)
  1. ironia socratica
      » l’ironia è la caratteristica peculiare della dialettica socratica, significa “dissimulazione”
      » è il gioco scherzoso degli stratagemmi con cui si costringe a dar conto di se stesso
      » è uno scherzo in funzione di uno scopo serio: aprire l’interlocutore alla ricerca di qualcosa
      » fingeva di accogliere come propri i pensieri e i metodi dell’interlocutore, ingrandendoli e
         lusingandolo per attirare la sua attenzione e per rendere ancora più traumatico e quindi
         efficace la confutazione nella contraddizione di se stessi
  1. la confutazione (èlenchos)
      » confutare è smontare le certezze false di qualcuno per aprire il desiderio di conoscenza
      » è costituita dall’ironia e la dissolvenza (= capacità di passare da un problema all’altro
         senza farlo notare, facendo spostare l’attenzione su qualcosa di più utile e logico)
      » solo ammettendo di non sapere si è aperti ad una ricerca del sapere
      » solo avvertendo un vuoto, una mancanza, si è aperti ad una conoscenza, idonei alla verità
      » per ricercare certezze si deve sapere di non averle, altrimenti si è fermi su delle falsità
      » produce quindi un effetto di purificazione dall’ignoranza, dalle false certezza
  1. la maieutica
      » è l’arte del far partorire la verità dall’anima gravida degli uomini
      » l’anima può giungere alla verità solo se ne è gravida (lo è attraverso il sapere di non sapere)
      » è la ricerca di una definizione accordata da entrambi i dialoganti
      » non c’è una verità assoluta, ma una possibile tramite un accordo tra persone
      » anche lui è gravido perché ammette di non essere in grado di comunicare un sapere
         determinato da definiti contenuti

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