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giovedì 21 febbraio 2013

KLEOBIS E BITONE - storia dell'arte

KLEOBIS E BITONE
stile dorico



-    Polimede di Argo realizzò all’innizio del VI sec le due sculture
-    Queste statue sono state ritrovate a Delfi
-    Viene preso come modello quello egizio
    » asse di simmetria attraversa verticalmente la figura
    » baricentro esattamente al centro dell’apertura delle gambe
    » finto passo in avanti » gambe a compasso ancora + rigide
    » braccia scendono verticalmente lungo i fianchi
    » mani strette a pungo conferiscono più rigidità muscolare
    » fronte piatta » difficoltà nella gestione dei volumi
    » linea spalle e frontalità del viso danno rigidità nelle forme
-    Ideale del corpo maschile secondo lo stile vigoroso
    » muscolatura massiccia con maggiore volumetria e rigidità
    » tratti marcati eccessivamente (giunture, volto…)
    » capo con forma quadratica, massa della capigliatura 
        raccolta in trecce grosse, di numero simmetrico per lato
    » i muscoli sono però ancora disegnati, senza volumi
-    Caratteristiche doriche
    » rispetto allo ionico che predilige forme allungate e 
      aggraziate viene sottolineata la solidità delle figure
    » il risultato finale ha un carattere rude, sgraziato
    » si riesce però a trattare le masse come volumi (es: arti)
    » artista lavora con l’addizione di volumi (partono con la 
       creta e poi aggiungono volume di materiale)
-    Sono statue monumentali
   » l’uomo è grande per raffigurare il modello umano
   » non è l’azione presuntuosa di raffigurare l’uomo in 
     dimensioni sproporzionate di fronte alla divinità
-    Scopo di raffigurare l’uomo nella realtà naturale
   » interesse nell’uomo che si muove, vive nello spazio
   » tentativo di raffigurare l’uomo occupante uno spazio reale
-    Mito
Sono due fratelli, nati ad Argo, dotati di una straordinaria forza fisica. Un giorno la madre, sacerdotessa di Era, doveva andare al tempio della divinità, ma i buoi che dovevano trainare il carro non erano tornati in tempo dai campi. I due figli allora presero il loro posto e trainarono il carro e la madre su per la collina, sulla sommità della quale sorgeva il tempio. Arrivati, dopo una notte di festeggiamenti, stremati per la prova fisica, si addormentarono e non si risvegliarono più.

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