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sabato 6 aprile 2013

ARISTOTELE - scienze pratiche - etica



SCIENZE PRATICHE
-          Definizione = studio della condotta degli uomini e del fine che essi vogliono raggiungere sia come
                              singoli sia come comunità facendo parte di una comunità politica
» tutte le azioni umane tendono a fini che sono beni
» l’insieme dei i fini di ogni azione è subordinato al fine ultimo e supremo = felicità
-          Felicità
» uomo comune » è il piacere e il godimento
                            » ma è un tipo di vita che rende simili agli schiavi e alle bestie » inaccettabile
» per alcuni » è l’onore (è il corrispettivo del moderno successo)
                    » ma è qualcosa di estrinseco, dipende da chi lo conferisce (non può essere eterno)
                    » ma vale di più ciò per cui ci si merita l’onore che l’onore stesso, che ne è conseguenza
» per pochi » è nell’ammassare ricchezze (più ignobile delle ipotesi)
                   » è una vita contro natura perché la ricchezza è un mezzo, non un fine
» Aristotele » è il compimento della propria natura e dimensione perfezionandosi in quanto uomo
                    » possibile vivendo al servizio di ciò che caratterizza maggiormente l’uomo = ragione
                    » vivere bene è vivere secondo ragione (noi siamo la parte più alta della nostra anima)
                    » riconosce l’utilità dei beni materiali finché rimangono un mezzo
                    » l’uomo sbaglia nel momento in cui ricerca la felicità in ciò che non gliela può dare
» senza una base economica stabile, una condizione normale, non ci si può dedicare a
   fare filosofia, a ragionare, perché c’è l’istinto di conservazione
» Socrate aveva questa concezione di felicità; Platone aveva idea della continua lotta tra
   parte irascibile e concupiscibile dell’anima, che è qui molto simile
1. ETICA
-          Definizione = studio della condotta e del fine dell’uomo come singolo
-          Ragione » l’anima vegetativa è estranea alla ragione
  » il desiderio e gli appetiti partecipano della ragione, che ascoltano e alla quale ubbidiscono
-          Virtù » è il dominio della ragione sui desideri e gli appetiti dell’anima sensitiva
» è la riduzione della parte sensitiva del’anima ai dettami e limiti della ragione
» la parte sensitiva produce passioni, impulsi, sentimenti che tendono all’eccesso o al difetto
» se questi impulsi non vengono regolati sono dannosi per l’uomo
» il sentimento non è un male ma lo è la sua naturale spinta verso l’infinito
» la ragione calcola in maniera matematica il giusto mezzo
» c’è un ideale di riferimento su cui il giusto mezzo ha base, non è relativismo
» con tempo diventa un habitus, un’abitudine = esercizio della virtù ripetuto quotidianamente
» virtù è uno stato (come Platone) perché non c’è il concetto di volontà autonoma da ragione
» se uno cade nel vizio, se uno inizia l’abitudine della virtù, sarà così per sempre
» il vizio è il contrario dell’abitudine e condanna l’uomo a non seguire la sua natura
» filosofo è un uomo virtuoso perché abituato ad usare la ragione
» con la virtù si arriva alla perfezione della parte sensibile dell’anima
-          Giusto mezzo = giustizia
» non è una situazione standard, uguale per tutte le circostanze, ma differente a seconda di esse
» è la “medietà” tra i due eccessi, non una mediocrità ma vittoria sugli istinti
» è la regola di base del pensare, dell’agire e del parlare, radicato nel sapere tradizionale classico
» già i Sette Sapienti avevano scritto nel tempio di Delfi come offerta in onore di Apollo “la misura è
   la cosa migliore” » ispirazione anche nei poeti e filosofi
» Platone » misurazione matematica: reciproca relazione di grande-piccolo, eccesso-difetto…
» misurazione assiologia: secondo i valori e l’essenza, si basa sulle Idee con riferimento a
   valori ideali (a qualità e non a quantità)
» misurazione assiologia vale per tutte le arti (in particolare politica e agire etico)
» “l'eguaglianza è la giusta misura di tutte le cose. Per noi uomini la misura di tutte le cose è Dio”
» è la caratteristica comune a tutte le virtù etiche, è il superamento di ciò che è troppo o troppo poco
» è la “medietà” tra due vizi di cui uno è per eccesso, l’altro per difetto
-          Virtù dianoetiche = virtù della ragione
» saggezza = dirigere bene la vita dell’uomo, deliberare correttamente su ciò che è bene e male
                   » in greco è la φρόνησις (phònesis)
» parte dall’anima razionale volta verso le cose mutevoli
» sapienza = conoscenza delle realtà al di sopra dell’uomo, è la scienza teoretica (metafisica)
 » è perfezione dell’attività contemplativa, è contemplazione del divino
 » è l’attività più perfetta dell’uomo, il vertice della vita secondo ragione = imitare Dio
 » solo l’uomo può essere felice perché solo lui può imitare Dio nella sua attività
 » solo uomo ha una struttura ontologica simile a quella di Dio (anima razionale)
                 » manca in Platone perché manca il concetto di Dio come Mente suprema
-          Atto morale
» supera l’intellettualismo socratico = conoscere il bene è diverso dall’attuarlo
                                                           » non c’è + identità tra coscienza e azione conseguente
» scelta » decisione dei mezzi da utilizzare per arrivare ad un fine (non riguarda i fini)
» ci si rende responsabili ma non necessariamente buoni o cattivi
» è la ragione a scegliere i mezzi che hanno come conseguenza una colpa, una responsabilità
» deliberazione » è lo stabilire quali fini si vuole raggiungere attraverso la volontà
» essere buoni dipende dai fini » in gioco non la ragione ma solo la parte sensitiva
» la volontà vuole sempre e solo il bene o ciò che gli sembra essere il bene
» non può scegliere il male perché l’uomo per sua natura è fatto per il bene (Socrate)
» per essere buoni bisogna volere il vero bene » problema conoscitivo
» il vero bene è riconoscibile solo da un uomo virtuoso
» se conosco il bene di conseguenza lo voglio necessariamente
» non c’è il concetto di “libero arbitrio” » suoi ragionamenti risultano aporetici
» parte sensitiva fissa l’atto morale, il fine; la ragione fissa i mezzi per conseguirlo
» cristianesimo » scissione di volontà e ragione, con concetto di libero arbitrio

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