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domenica 30 marzo 2014

RENE' DESCARTES (CARTESIO)

RENE’ DESCARTES

CRITICHE ALLE PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO

-    Arnauld: critica del circolo vizioso
» pretendendo di dimostrare l’esistenza di Dio sulla base del criterio dell’evidenza e nello stesso momento
   garantendo l’evidenza ricorrendo all’esistenza di un Dio che non inganna l’uomo, l’argomentazione di
   Cartesio finisce per essere un “circolo vizioso”
-    Gassendi: critica all’argomento ontologico
» nega che l’esistenza sia un concetto sottinteso nella definizione di qualcosa (come la perfezione)
» precede le critiche che farà a Cartesio Immanuel Kant
» contesta che l’idea di Dio quale ente infinito sia innata (= sempre iscritta nella mente umana)
» contesta che l’idea di Dio fosse positiva o originaria, invece deriva da altri concetti o dall’esperienza
» per Gassendi l’idea di Dio come ente infinito è frutto dell’educazione, è un fatto culturale, costruita dalla
   mente degli uomini che nega la finitezza ed imperfezione di cui facciamo esperienza
-    Risposta di Cartesio a Gassendi
» ricorda che pensare significa dubitare, quindi essere coscienti della propria imperfezione
» il pensiero non si saprebbe imperfetto se non avesse in sé l’idea di un ente perfetto
» quindi l’uomo ricava l’idea di imperfezione dalla negazione dell’idea di perfezione (non viceversa!)
» la certezza di sé come essere imperfetto esige la certezza di Dio come essere perfetto
» l’idea di infinito si intuisce come nozione originaria; va dimostrato che corrisponda ad un ente esistente

DIO COME GARANTE DELL’EVIDENZA

-    Dio, essendo perfetto, non può ingannarmi
» la facoltà di giudizio che mi perviene da lui non può indurmi all’errore se correttamente utilizzata
» tutto ciò che appare chiaro ed evidente deve essere vero, perché Dio lo garantisce
» Dio è il termine medio che ci permette di passare dalla certezza dell’io a quella delle altre evidenze
-    Intelletto e volontà
» com’è possibile l’errore? » dipende da due causa: intelletto e volontà
» l’intelletto umano è limitato
» la volontà umana è libera, più estesa dell’intelletto, consiste nella possibilità di fare o non fare
» il libero arbitrio della volontà sceglie rispetto a cose che l’intelletto presenta evidenti sia a quelle che
   presenta confuse e che non hanno chiarezza
-    L’errore = è nella possibilità di affermare o negare ciò che l’intelletto non riesce a percepire chiaramente
» l’errore non ci sarebbe se io dessi il mio giudizio solo riguardo a ciò che l’intelletto mi fa percepire con
   chiarezza sufficiente e se mi astenessi dal giudicare ciò che non è abbastanza chiaro
» l’errore dipende dal libero arbitrio che Dio ha dato all’uomo
» si può evitare soltanto attenendosi alle regole del metodo, in primo luogo a quelle dell’evidenza

IL DUALISMO CARTESIANO

-    L’esistenza dei corpi
» io ho l’idea di cose che esistono fuori di me e che agiscono sui miei sensi
» questa idea, essendo evidente, non è ingannevole
-    Le proprietà dei corpi
» i corpi non possiedono tutte le qualità che noi percepiamo di esse
» distinzione tra proprietà » soggettive: dipendono dalla percezione che ne ha il soggetto (colore, sapore…)
                                          » oggettive: determinazioni quantitative (grandezza, movimento..) quindi reali
-    Dualismo sostanza pensata e sostanza estesa
» Cartesio divide la realtà in due zone eterogenee
1.      sostanza pensante (res cogitans): incorporea, consapevole e libera
» il desiderare, pensare, volere sono modi della sostanza pensante
2.      sostanza estesa (res extensa): corporea, inconsapevole e determinata dalla necessità
» i corpi sono modificazioni accidentali della sostanza estesa

-    Problema del rapporto mente-corpo
» spiega la relazione tra anima e corpo con la teoria della ghiandola pineale (l’odierna epifisi)
» essendo la sola parte del cervello non doppia, può unificare le sensazioni che vengono dagli organi di
   senso » soluzione pseudo-filosofica e pseudo-scientifica

FISICA E GEOMETRIA

-    La fisica cartesiana si basa sulla divisione tra sostanza pensante ed estesa
» è il primo a depurare la fisica da tutti i residui antropomorfici, finalistici, magici
» il meccanicismo cartesiano incise sulla formazione della mentalità scientifica dell’epoca
-    Meccanicismo cartesiano
» meccanicismo = determinismo » spontaneità della natura o intrinseca causalità non sono ammissibili
                           » fenomeni avvengono secondo un principio di oggettiva necessità causale
» la necessità oggettiva si traduce in necessità logico-matematica
» assunta un’ipotesi, l’andamento di un fenomeno può essere dedotto matematicamente
» è convinto di poter ricavare dal proprio ragionamento le leggi che governano il mondo applicando questa
   struttura ontologica anche alla fisica
» sono oggettive solo le proprietà suscettibili di una trattazione geometrica

LA GEOMETRIA ANALITICA

-    Con la sua opera Geometria nasce la geometria analitica
-    Unità della geometria e dell’algebra
» ha consapevolezza delle diverse scienze matematiche
» ritiene di unificare la geometria degli antichi con l’algebra dei moderni
» la nuova scienza algebrica appare un’arte confusa per l’uso di simboli inadeguati
-    Riordina la simbologia algebrica
» con un linguaggio autonomo l’algebra diventa capace di riprodurre la geometria, che offre uno strumento
   di chiarificazione intuitiva » la geometria diventa una sorta di “algebra applicata
» il numero e la forma diventano traducibili l’una nell’altra
-    Invenzione di un nuovo sistema di riferimento: gli assi cartesiani
» in questo modo punti, rette, curve, possono essere determinati ed individuati in modo univoco

LA FISICA

-    La fisica è riconducibile alla geometria
» questo perché la fisica studia i corpi, il cui insieme costituisce il mondo, che a sua volta è geometrico
-    L’estensione ed il moto
» i fenomeni sono tutti riconducibili all’estensione e al moto, che hanno origine da Dio
» Dio creando la res extensa conferisce ad essa anche una certa quantità di moto
» altri interventi di Dio nel mondo, dopo la creazione, non sono richiesti
-    Lo spazio e la materia
» conseguenze dell’identificazione dell’estensione con la materia
1.      la sostanza estesa è infinita » perché lo spazio euclideo è infinito
2.      la materia non può essere costituita da atomi » perché lo spazio geometrico è infinitamente divisibile
3.      il vuoto non è concepibile » perché lo spazio è continuo e non ammette “buchi”
4.      le qualità che attribuiamo alla materia sono soggettive » lo spazio è qualitativamente indifferenziato
-    Il rifiuto del concetto di forza
» l’unico motore del mondo è l’originaria quantità di moto che Dio conferisce al momento della creazione
» tramite gli urti questa quantità di moto può trasferirsi da un corpo all’altro
» rifiuta ogni tipo di forza attrattiva o repulsiva, soprattutto quelle a distanza (es: magnetismo, gravitazione,
   forze elettriche…) perché richiamano il finalismo aristotelico
-    Le due leggi dell’universo
1.      principio d’inerzia
2.      principio della conservazione della quantità del moto
-    Difficoltà del modello geometrico
1.      nello spazio euclideo non è concepibile ciò che noi chiamiamo movimento
» Cartesio invece afferma che frammenti di spazio possono muoversi rispetto ad altri frammenti di
   spazio, anche se non spiega come il moto possa essere percepito se lo spazio è uniforme
2.      il moto (poco chiaro a causa dell’uniformità del tutto) diventa addirittura per Cartesio origine della disomogeneità della res extensa
» per Cartesio, i differenti aspetti con cui la res extensa si presenta a noi dipendono dalle diverse
   condizioni inerziali
-    I corpuscoli
» Cartesio, avendo rifiutato ogni tipo di forza, non spiega con essa la coesione di un corpo solido
» la materia sottile (etere) che riempie tutto quello spazio che noi chiamiamo impropriamente “vuoto”, è
   costituita da corpuscoli = frammenti piccolissimi di estensione
» essendo soggetti ad una diversa condizione inerziale, i corpuscoli sono privi di coesione
-    La teoria dei vortici
» quando un corpo si muove attraverso la materia sottile, è necessario che essa, spostata, si richiuda sulla
   sua scia » questo movimento porta alla formazione di un sistema di vortici
» anche la Terra è avvolta da un vortice » ecco perché i corpi non lievitano (tenta di spiegare la forza di
   gravità pur respingendo il concetto di forza) » non è appoggiata da nessuna prova sperimentale
» i vortici che avvolgono i pianeti sono in un vortice più grande che avvolge il Sole
» con questo modello tenta di spiegare la gravità ed il moto di rivoluzione dei pianeti senza usare la forza
-    Il meccanicismo e la vita
» le funzioni vitali non possiedono nulla di eccezionale rispetto ai fenomeni di natura meccanica
» un essere vivente è solo una macchina, un automa in virtù dell’inerzia e della conservazione della
   quantità di moto » la natura dell’uomo sottosta alle stesse leggi della natura del mondo
» anche il corpo dell’uomo è una macchina, di cui la res cogitans si serve come di uno strumento
» nega che tra anima e corpo esista una certa connessione, perché alla morte il corpo viene abbandonato
-    Contributo di Cartesio alla fisica
» richiamo all’esigenza di una razionalità matematica e la valorizzazione di un modello meccanico

» visione meccanicistica che pretende che la natura segua sempre e soltanto alcuni procedimenti

sabato 29 marzo 2014

BARUCH SPINOZA - filosofia

BARUCH SPINOZA

LE FONTI

-    Tesi centrale del pensiero di Spinoza = identificazione panteistica di Dio con la Natura
» in questa tesi convergono temi appartenenti alle tradizioni culturali, ci sono delle fonti da cui trae
1.      teologia giudaico-cristiana
» differenza: il cristianesimo non ha una visione immanente di Dio nella natura ma trascendente
2.      filosofia neoplatonico-naturalistica del Rinascimento
3.      razionalismo cartesiano
» non si può comunque ridurre lo spinozismo alle sue fonti perché le supera criticamente
-    Fa un tentativo di sintesi tra la tradizionale visione metafisico-teologica del mondo e gli esiti della rivoluzione scientifica » prende teorie non nuove che rielabora a partire dalla rivoluzione scientifica
-    Dio coincide con l’ordine geometrico strutturale del mondo
» da un lato rievoca la filosofia antica, dall’altro richiama il nuovo modo scientifico di intendere il reale
-    Primo rigetto esplicito della tradizione biblica e cristiana nella storia
» con Spinoza l’Occidente cessa di essere soltanto cristiano » è il primo autore dell’età moderna
» elabora un pensiero universale che rigetta la concezione cristiana di Dio, del mondo e dell’uomo
» non è un “genio solitario” avulso dai suoi tempi: il suo contesto storico ha permesso il suo pensiero
-    I legami con la civiltà olandese
» era inserito nel contesto politico-culturale dell’Olanda, l’isola della tolleranza religiosa
» in Olanda era forte la borghesia commercial e marinara, dalla mentalità aperta e attiva

LA FILOSOFIA COME CATARSI

-    La filosofia è uno strumento di salvezza esistenziale
-    La ricerca del bene autentico
» lo spinozismo nasce da una delusione di fondo nei confronti dei valori della vita per la mentalità comune
» Spinoza è spinto dalla ricerca di un bene vero, che dia un senso alla vita e che colmi la sete di felicità
» il modello di bene di Spinoza deve essere tale da soddisfare appieno l’animo permanentemente
» l’unico bene che cura l’inquietudine dell’animo umano è meta-temporale e meta-finito: «l’amore per la
   cosa eterna e finita riempie l’animo di pura letizia e lo rende immune da ogni tristezza»
-    Condanna dei beni finiti in quanto assolutizzati
» analizza i beni universalmente ricercati dagli uomini e spiega perché essi siano vani:
1.      non appagano veramente l’animo nei suoi bisogni più profondi
2.      sono transeunti ed esteriori
3.      generano inquietudini
» questi beni hanno la forza di incatenare la mente e di ostacolare la ricerca di valori superiori
» libidine » l’anima […]è impedita a pensare a qualsiasi altro bene. Dopo la fruizione dei piaceri dei sensi,
   segue una profonda tristezza, la quale, se non annienta la mente, tuttavia la perturba e la rende ottusa.
» onore » per ottenerlo si deve condurre necessariamente la vita secondo le opinioni altrui
» non intende colpire i beni comuni in quanto tali ma in quanto scambiati per il sommo bene, ostacolando
   il raggiungimento di esso » non condanna i beni finiti ma la loro assolutizzazione da mezzi in fini
-    Il panteismo spinoziano
» infinito ed eterno di identificano con il cosmo (panteismo) e la gioia suprema con «l’unione della mente
   con la natura», traguardo presentato in chiave terrena e comunitaria, non individualistica
» appartiene alla mia felicità fare in modo che gli altri comprendano le cose che comprendo io

LA METAFISICA

-    Il metodo filosofico seguito da Spinoza è di tipo geometrico
» si ispira agli Elementi di Euclide: procedimento espositivo che si scandisce secondo definizioni, assiomi,
   proposizioni, dimostrazioni, teoremi, corollari…
» perché usa questo metodo » influenzato dalla moda matematizzante dell’epoca che perseguiva l’ideale di
                                                 un sapere rigoroso e universalmente valido
                                              » vedeva nella trattazione geometrica garanzia di precisione e sinteticità 
                                                 espositiva, nonché un distacco emotivo necessario
                                              » la struttura del reale è di tipo geometrico quindi lo studio di essa deve essere
                                                 trattato secondo la sua struttura per concatenazioni logiche

IL CONCETTO DI SOSTANZA

-    Il concetto su cui Spinoza fonda il ragionamento metafisico è quello di sostanza
» tradizione greco-medievale: per sostanza si intende sia la “forma” sia il “sinolo” (forma + materia) e vige
   una visione del mondo come un sistema di sostanze gerarchicamente ordinate » rifiuta questa idea
» Cartesio: la sostanza è la realtà originaria e autosufficiente per eccellenza, è causa sui, cioè non riceve
   l’esistenza da un altro » riferisce il significato di sostanza a Dio, non più agli individui
                                       » ci sono sostanze derivate: la res extensa e la res cogitans
» l’obiettivo di Spinoza è quello di risolvere le confusioni e le aporie nel pensiero di Cartesio
-    La sostanza è ciò che è in sé e per sé si concepisce
» in sé = la sostanza deve la propria esistenza unicamente a se stessa, è una realtà autosussistente
» per sé si concepisce = la sostanza rappresenta un concetto che per essere pensato non ha bisogno di altri
   concetti, perché è concepibile soltanto per mezzo di se stessa
» la sostanza gode di totale autonomia ontologica e concettuale (è una realtà/concetto che non presuppone
   l’esistenza di un’altra realtà/di un altro concetto, bensì è presupposta da ogni realtà/concetto)

LE PROPRIETA’ DELLA SOSTANZA

-    Increata » perché, essendo causa di se stessa, non ha bisogno di altro per esistere
-    Eterna » perché non essendo stata creata, possiede l’esistenza che non riceve da un altro
-    Unica » perché nella natura non ci sono due o più sostanze con gli stessi attributi
 » ragionamento per assurdo: se ci fossero più sostanze della stessa natura, si contravverrebbe al
    principio per cui non esiste se non una sola sostanza della stessa natura o dello stesso attributo
-    Infinita » perché se fosse finita «dovrebbe essere limitata da un’altra della medesima natura, la quale a
                   sua volta dovrebbe esistere necessariamente» In questo modo esisterebbero due sostanze con gli
                   stessi attributi, che è assurdo. La sostanza è quindi infinita nel senso che non ha limiti
-    Spinoza fa coincidere questa sostanza con Dio (l’Assoluto delle filosofie ellenistiche)
» Dio è il principio del sapere, la cui esistenza si impone alla ragione come verità evidente
-    Prove dell’esistenza di Dio (prese dalla tradizione)
1.      prova a priori » pensare a Dio significa pensare ad una realtà che non può non esistere
2.      prova a posteriori
-    Deus sive Natura
» afferma che Dio ed il mondo non sono due sostanze separate, Dio non è esterno al mondo creato, ma
   coincide con la Natura » si stacca dal filone ebraico-cristiano
» afferma una forma di panteismo, in cui anche la Natura risulta di riflesso una realtà increata

ATTRIBUTI E MODI

-    Atributi = ciò che l’intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua stessa essenza
» sono cioè le qualità strutturali o essenziali della Sostanza che, essendo infinita, ha infiniti attributi
» l’uomo può conoscere solo due attributi della Natura, i due ambiti di cui è partecipe
1.      estensione (la materia)
2.      pensiero (la coscienza)
» Spinoza si scontra con l’esperienza che limita il suo pensiero per cui si parla di “deduzione logica”
   dell’infinità degli attributi, che coglie a priori dalla sostanza, e di “deduzione empirica” della loro dualità,
   che coglie a posteriori dall’esperienza »non spiega però perché l’uomo ne percepisca solo due
» ragionamento sugli attributi nasce dalla volontà di spiegare la varietà del mondo
-    Aporia: se la Sostanza è sempre se stessa in tutti i suoi attributi, perché l’uomo ne coglie una sola parte?
» introduce un motivo soggettivo che contrasta con l’oggettività dell’esposizione condotta fin’ora
» compare il termine “intelletto” che fin’ora Spinoza non ha analizzato né definito
-    Modi = sono le affezioni della Sostanza, modificazioni accidentali della Sostanza
» sono le manifestazioni e le concretizzazioni particolari degli attributi
» possono essere pensati solo in riferimento all’estensione e al pensiero
» ogni corpo è modificazione accidentale dell’unica materia o estensione (come Cartesio)
» ogni mente è modificazione accidentale dell’unico pensiero (Cartesio invece concepisce la mente
   individuale, come una sostanza a sé, che chiama «anima»)
» il “sostegno” di ogni realtà fisica o psichica è Dio
-    Ci sono due tipi di modi
1.      modi infiniti » sono proprietà strutturali degli attributi stessi
                            » es: dato l’attributo dell’estensione ne conseguono il movimento o la quiete
                                    dato l’attributo del pensiero ne conseguono l’intelletto e la volontà
2.      modi finiti » sono gli esseri particolari (es: “questo” corpo, “quella” idea)
                        » sono tra loro collegati in una catena causale infinita

DIO COME CAUSA DEL MONDO

-    Riassunto » la Sostanza è la Natura come realtà infinita ed eterna
 » essa si manifesta in un’infinità di dimensioni (attributi)
 » essa si concretizza in un’infinità di maniere o di modi d’essere (modi)
 » quindi tutto ciò che esiste o è un attributo di Dio o è modificazione dei suoi attributi
 » pensiero ed estensione sono concetti originari (perché concepibili per sé) ma sussistono solo
    in virtù della sostanza divina di cui sono manifestazioni » quindi Dio è pensiero e materia
-    Dio come causalità immanente: la Natura è madre e figlia di se stessa
» la causalità divina rispetto al mondo assume il significato nuovo di attività produttrice il cui prodotto non
   esiste fuori dalla causa bensì in essa stessa secondo uno schema di causalità immanente
» Dio non crea qualcosa di diverso da sénulla è fuori di Dio»)
-    La causalità di Dio è libera
» non nel senso che Dio avrebbe potuto anche non creare il mondo ma che Dio agisce secondo le leggi
   della propria natura, senza alcun condizionamento esterno
» in Dio libertà (in quanto assenza di costrizione) e necessità (come azione determinata dalle leggi della
   propria natura) coincidono
-    Natura naturante = Dio e i suoi attributi considerati come causa
-    Natura naturata = insieme dei modi di Dio
-    Perché l’estensione infinita si concretizza necessariamente in una serie infinita di corpi finiti e idee finite?
» Spinoza ricorre semplicemente all’attestato dell’esperienza, e non dà alcuna risposta

I DUE PROBLEMI FONDAMENTALI DELLO SPINOZISMO

-    Due problemi
1.      che cos’è alla fine la Sostanza di Spinoza?
» diverso concetto di Natura non come forza che genera le cose, ma ordine da cui seguono i modi
» negazione della tradizione popolare che concepisce la Natura secondo schemi antropomorfici, che la
   vedono come potenza dinamica e procreante
» la Natura si identifica nell’ordine necessario e razionale del Tutto, l’ordine geometrico dell’universo
» la Natura non è la somma delle cose della realtà ma l’ordine intrinseco che le struttura
» quando Spinoza usa i termini “sostanza”, “attributi”, “modi”, “essenza”, “causa”…, riprende termini
   della filosofia tradizionale ma con significato diverso
» naturalismo di Spinoza = panteismo (Dio è in tutto) + paneteismo (tutto è in Dio)
                                         » è ripensato alla luce della rappresentazione scientifica-moderna della realtà
                                         » traduzione metafisica del modo di Galileo di rappresentare la Natura, che
                                            coincide con l’insieme delle leggi universali dell’essere
2.      che rapporti ci sono tra Sostanza ed i suoi attributi?
» scarta due modelli tradizionali: la dottrina della creazione e quella dell’emanazione
» no creazione » con una rappresentazione antropomorfica della divinità, si riduce il modo d’agire di
                            Dio al modo d’agire dell’uomo; infatti un atto creatore presuppone intelletto, volontà,
                            scelta…: cose che non hanno senso riferite alla Sostanza
                         » il concetto biblico di “creazione” implica quello di “nulla”, che è impensabile
                         » presuppone che la causa possa essere eterogenea all’effetto, ma è evidente che due                 
                           cose che non hanno nulla in comune non possono essere l’una causa dell’altra
» no emanazione » impensabile dopo l’avvento della scienza moderna
» la Sostanza è un ordine cosmico da cui seguono in modo necessario e matematico tutte le cose
» i singoli modi derivano dalla Sostanza come i teoremi derivano dai principi della geometria
» in questo universo non c’è nulla di contingente, perché ciò che è possibile si realizza necessariamente
» possibilità e realtà sono necessità in potenza ed in atto
» delle tre categorie aristoteliche modali (possibilità, realtà, necessità) rimane solo la necessità

CRITICA ALLA VISIONE FINALISTICA DEL MONDO E AL DIO BIBLICO

-    La concezione di Dio come ordine geometrico dell’universo si contrappone alla visione finalistica concepita dalla metafisica greca e nella dottrina ebraico-cristiana
» è vero solo in parte che l’antifinalismo spinoziano è frutto della rivoluzione scientifica (supera Cartesio)
» si sposta dal piano gnoseologico a quello ontologico: le cause finali non esistono né in natura né in Dio
-    Ammettere l’esistenza di cause finali è un pregiudizio dovuto alla costituzione dell’intelletto umano
» gli uomini ritengono di agire verso un fine o un bene, e trovarono a loro disposizione dei mezzi per
   raggiungere questi fini » l’uomo è portato a considerare come mezzi tutte le cause naturali
» dato che i mezzi non sono stato prodotti da loro stessi, credono che Dio li abbia preparati per loro
» nasce così il pregiudizio che la divinità produca e governi le cose per l’uso degli uomini al fine di legare
   gli uomini a sé e per essere onorata da loro
» così gli uomini accettano anche i disagi e gli svantaggi, che riconducono a Dio, che li ripartisce tra gli
   uomini » ulteriore pregiudizio = giudizio divino supera la capacità umana di capire il suo disegno
» per fortuna venne la matematica che svelò la verità agli uomini: la visione a-finalistica
» consiste nel tentativo di spiegare il mondo mediante nozioni come il bene ed il male, il bello ed il brutto...
» queste nozioni non sono oggettive, quindi non possono essere criteri per la visione della realtà
-    Errori concettuali del finalismo
1.      considerare come causa ciò che in natura è effetto e viceversa, mettendo dopo ciò che in natura è prima
» non è la natura a conformarsi ai viventi, ma i viventi a conformarsi alla natura
2.      rende imperfetto ciò che è perfetto
» perfetto è l’effetto direttamente prodotto da Dio, imperfetto quello che ha bisogno di cause
   intermedie per essere prodotto
» se alcune cose fossero fatte da Dio come mezzi per un certo fine, sarebbero meno perfette di altre
3.      toglie la perfezione da Dio
» se Dio agisse per un fine, significa che è mancante di qualcosa
-    Contro l’antropomorfismo religioso
» rifiuta ogni riduzione di Dio nei limiti umani, tra cui rientra anche la visione biblica
» per la Bibbia Dio è un “super-uomo”, simile ai mortali in sentimenti ecc » prodotto della superstizione
» a questa immagine Spinoza sostituisce un Dio sovra-personale, coincidente con il Tutto cosmico
» spaccatura tra spinozismo e cultura ebraico-cristiana

PARALLELISMO TRA PENSIERO ED ESTENSIONE

-    Pensiero ed estensione sono due realtà qualitativamente eterogenee (qui si distanzia da Cartesio)
» lo spirito non può mai essere materiale, la materia non può mai essere spirituale
» non possono influenzarsi a vicenda » come si spiega allora la connessione tra mente e corpo?
-    Corpi ed idee concordano tra loro necessariamente come in una corrispondenza biunivoca
» ad ogni moto corporeo corrisponde un’idea e viceversa
» questo avviene perché il corpo è l’aspetto esteriore della mente, la mente è l’aspetto interiore del corpo
» uno stato esistenziale come l’emozione si può esprimere sia in termini fisiologici (battito del cuore,
   rossore, sudore…) che psichici (paura, piacere…) » parallelismo psico-fisico nuovo per la filosofia
-    Il parallelismo psico-fisico sottende un monismo metafisico
» monismo = teoria per cui tutto ciò che esiste è costituito da un’unica sostanza
» pensiero ed estensione non sono due sostanze ma due attributi diversi di una medesima Sostanza
» l’ordine delle idee si identifica con l’ordine delle cose della realtà » rapporto tra idee e realtà cessa di
   essere un problema gnoseologico ma ontologico
» c’è bisogno però di una “conoscenza adeguata”, capace di riprodurre l’ordine oggettivo delle cose

L’ETICA

-    Nell’ Etica la riflessione metafisica è finalizzata alla riflessione morale (ars vivendi)
» 3 ambiti tematici » Dio (trattazione teologica)
                               » mente che conosce (trattazione gnoseologica)
                               » libertà dell’uomo dalle passioni (trattazione morale)
» essendo l’uomo parte della Natura-Dio, non si può definire un’etica prendendo l’uomo in quanto ente
   finito, ma comprendendo la sua collocazione nell’infinito di cui è manifestazione accidentale
-    La naturalità dell’uomo
» contro l’antropologia tradizionale che vede l’uomo come eccezione all’interno della natura
» la specie umana è una manifestazione naturale come tutte le altre, sottoposta alle stesse leggi
   dell’universo » toglie l’uomo dal suo statuto ontologico come creatura “privilegiata”
» principio di base: la Natura è sempre la medesima » uomo sullo stesso piano di animali e vegetali
-    Il geometrismo morale
» le azioni umane obbediscono a regole fisse e necessarie, studiabili con matematica obiettività
» l’unico atteggiamento filosofico conveniente davanti alle passioni non è quello di deriderle,
   compiangerle o condannarle, ma quello di comprenderle trattandole non come vizi della natura umana,
   ma come proprietà costitutive necessarie dell’uomo (viene definito per questo “Machiavelli dell’etica”)
» su questa base costruisce uno schema geometrico delle passioni umane con lo scopo di
1.      individuare le leggi che reggono la condotta pratica degli individui
2.      ricondurre la schiavitù dell’uomo alla potenza delle passioni, la sua libertà alla potenza dell’intelletto

GLI EFFETTI PRIMARI

-    Affetti = passioni = modificazioni del corpo
» si distinguono in » azioni: affetti di cui siamo “causa adeguata”
                               » passioni: affetti che subiamo
-    Lo sforzo di autoconservazione
» istinto di autoconservazione = principio secondo cui «gni cosa, per quanto sta in essa, tende a preservare
   il proprio essere» che costituisce l’essenza della cosa stessa
» nell’uomo lo sforzo di autoconservazione corrisponde
1.      alla Volontà quando si riferisce solo alla mente
2.      all’Appetito quando si riferisca alla mente e al corpo = essenza dell’uomo
» Cupidità = Appetito cosciente di sé nell’uomo
-    Letizia e Tristezza
» la Cupidità o il Desiderio è il primo ed il principale degli affetti
» dalla Cupidità segue » Letizia = affetto connesso al passaggio da una perfezione minore ad una maggiore
                                     » Tristezza = affetto connesso al passaggio da una perfezione maggiore ad una minore
-    Affetti primari » la Cupidità
                            » la Letizia
                            » la Tristezza
   » da questi derivano tutti gli affetti secondari (le altre emozioni)
-    Il bene ed il male
» dagli affetti primari scaturiscono il bene ed il male
» bene e male non sono entità ontologiche assolute ma relative alla Cupidità
» bene = ciò che giova allo sforzo di autoconservazione (è fonte di Letizia)
» male = ciò che nuoce allo sforzo di autoconservazione (è fonte di Tristezza)

GLI AFFETTI SECONDARI

-    Quando Letizia e Tristezza sono accompagnate da una causa esterna danno origine agli affetti secondari
» Spinoza elenca tutti gli affetti secondari ricavandoli e concatenandoli con geometrica necessità
» entra nelle profondità delle emozioni umane » precursore della psicologia scientifica
-    Affetti secondari basilari » Amore = Letizia accompagnata dall’idea di una causa esterna
                                            » Odio = Tristezza accompagnata dall’idea di una causa esterna

LA SCHIAVITU’ E LA LIBERTA’ DELL’UOMO

-    L’illusione del libero arbitrio
» lo sforzo di autoconservazione si identifica con la ricerca del proprio utile
» la ricerca del proprio utile rappresenta la comune legge di comportamento di tutti gli esseri viventi
» ogni tentativo di sottrarsi da questo meccanismo necessario di passioni è illusoria perché equivale ad un
   tentativo di sottrarsi alle leggi deterministiche che regolano il cosmo
» il libero arbitrio è un’illusione dell’uomo («Gli uomini si credono liberi, perché sono consci dei loro
   voleri e desideri, ma ignorano le cause per cui sono condotti a desiderare e bramare» Etica, I)
» poiché questo pregiudizio è innato nell’uomo è difficile liberarsene
-    Problema dell’etica spinoziana
» Spinoza si chiede se l’uomo, senza evadere la necessità della struttura del cosmo, possa raggiungere
   attraverso la ragione una qualche forma di libertà » come essere liberi dagli affetti se sono necessari?
» risponde rivoluzionando il modo di intendere la “libertà dalle passioni”
-    Schiavitù = impotenza dell’uomo a moderare e reprimere gli affetti
» l’uomo sottoposto agli affetti non è padrone di sé
» se l’uomo fosse passione non sarebbe mai libero, ma l’uomo è anche ragione cioè conoscenza
» anziché subire inconsapevolmente, può porsi davanti alla necessità in modo consapevole
» comportamento passionale = conoscenza inadeguata della realtà con cui si è impotenti e passivi
» comportamento razionale è dettato da una conoscenza adeguata della realtà, con cui si è attivi
-    Libertà = possibilità di acquistare consapevolezza dei meccanismi necessari basati sul principio di
   autoconservazione, non sentendosi “schiacciati” da essi
» agiamo sempre in vista dell’utile » in questo senso non siamo liberi ma determinati
» l’alternativa per l’uomo è tra
1.      schiavitù delle passioni = agire in modo istintivo e inconsapevole
2.      libertà dalle passioni = agire in modo consapevole ponendosi come soggetto attivo
» la ragione non è contro natura, quindi non può che riconoscerla e assecondare l’inclinazione verso l’utile
-    Virtù = vivere secondo natura, assecondando la ricerca dell’utile sotto la guida consapevole della ragione
-    Potere della mente sulle passioni
» tanto più conosciamo un affetto, tanto meno ne siamo travolti » conoscenza adeguata
» la mente, con una conoscenza adeguata degli affetti può modificare l’idea della causa che li produce
» le passioni non possono essere represse o estirpate ma possono essere private della loro forza perturbante
-    La conoscenza delle necessità
» conoscenza adeguata = quella che percepisce le cose sotto l’aspetto della necessità
» quando capiamo che non c’è nulla di contingente ma tutto è necessario, la forza violenta dell’affetto e la
   sua carica nociva si stemperano (es: tristezza per un bene perduto si mitiga se l’uomo considera che quel
   bene non poteva essere mantenuto da lui in alcun modo)
-    Paradosso dell’etica spinoziana
» la conoscenza adeguata restituisce all’uomo il senso della sua dipendenza dal Tutto
» la libertà è la consapevolezza della propria necessità
» è virtuoso e felice chi sa di essere una modificazione finita e transitoria dell’infinito e nell’infinito

LA VIRTU’ TRA RAGIONE ED EMOZIONE

-    La conoscenza di Dio come bene supremo
» la conoscenza adeguata è fonte di libertà e di beatitudine, quindi è il bene supremo per l’uomo
» la conoscenza adeguata consiste nel comprendere la realtà alla luce dell’ordine necessario del mondo
» questa è definita «conoscenza di Dio» poiché Dio è lo stesso ordine necessario
» è chiamata anche «amore intellettuale di Dio», che riconosce sé come parte di una totalità
-    Ragione ed emozione
» la conoscenza di Dio è anche amore, è un’emozione di gioia che accompagna la coscienza di sé
» legame tra ragione ed emozione
» la suprema virtù e felicità consiste nel vivere secondo ragione (come per gli stoici)
» ma la ragione non riesce da sola a renderci liberi e felici, è efficace quando genera emozioni con cui
   vincere la tristezza, propria dell’uomo ignorante (punto innovativo di Spinoza)
» per rendere felice l’uomo, la ragione deve farsi emozione, gioia del possesso della verità
-    Felicità e virtù
» non affetto negativo non può essere ostacolato né tolto se non da un affetto contrario più forte
» perciò la felicità non è la virtù in quanto repressione delle passioni ma in quanto superamento delle
   passioni negative da parte di una passione superiore
» attraverso la gioia (che è la virtù stessa, non il premio della virtù) il sapiente (l’uomo virtuoso e libero)
   vince il malessere, la tristezza che scaturisce dal più grande dei timori (quello della morte)
-    La dimensione sociale della moralità
» incontro tra antichità e modernità = vivere l’esistenza nella sua perfezione mondana
» in contrasto con l’etica ellenistica, concepisce la virtù e la ricerca dell’utile in chiave sociale
» l’uomo morale è un uomo sociale: la ragione spinge l’individuo ad unirsi ai suoi simili per meglio
   conseguire un utile che in questo modo diventa collettivo (il bene comune)
» così ciascuno cerca per sé l’utile comune a tutti

I GENERI DELLA CONOSCENZA

-    Il primo genere: percezione sensibile / immaginazione
» con questo primo modo la mente coglie la realtà in modo slegato tramite idee confuse
» l’intelletto si limita a subire senza comprendere come se ci fossero conseguenze senza premesse
» corrisponde alla conoscenza pre-scientifica che percepiva le realtà isolatamente o le univa in “classi” di
   nomi comuni (i cosiddetti universali) » il mondo appare molteplice e temporale
» il mondo è visto come » pluralità di cose esistenti in relazione ad un certo spazio e tempo
                                       » imperfetto e pieno di male
» errore di questo genere di conoscenza = inadeguatezza, nella modalità parziale e confusa di conoscenza
» corrispondente etico = schiavitù delle passioni
-    Il secondo genere: uso della ragione
» si fonda sulle “idee comuni” (espressione stoica) = idee adeguate, chiare e distinte proprie della ragione
» le idee comuni riproducono le caratteristiche strutturali delle cose (estensione, figura, movimento…)
» il secondo genere si identifica con la visione razionale del mondo, che ha espressione nella scienza
» il mondo è visto come » unitario: la molteplicità è l’insieme dei modi di un’unica Sostanza
                                       » eterno: ogni modo considerato in Dio, che è eterno, risulta eterno
                                       » bene, male, perfezione, imperfezione sono categorie solo umane e soggettive
» corrispondente etico = vivere secondo ragione/virtù (uomo è padrone dello sforzo di autoconservazione)
-    Il terzo (e supremo) genere: la scienza intuitiva
» si fonda sull’intelletto e consiste nel concepire la realtà alla luce della Sostanza cogliendone la struttura
   ontologica e l’articolazione Sostanza-attributi-modi
» questa conoscenza si identifica con la metafisica = visione delle cose nel loro scaturire da Dio
» la mente si alza al di sopra delle limitazioni del finito e si colloca dal punto di vista di Dio
» da questa prospettiva l’universo appare diverso
» perciò oltre che al dualismo gnoseologico (conoscenza inadeguata-adeguata) c’è anche uno ontologico
-    Amore intellettuale di Dio = letizia che scaturisce dalla conoscenza di terzo tipo
» la coscienza di essere parte della Natura e quindi di Dio genera letizia
» è parte dell’amore infinito con cui Dio ama se stesso
» la beatitudine coincide con l’amore intellettuale di Dio e si identifica con la libertà e la virtù
-    Messaggio ultimo di Spinoza
» la somma perfezione esistenziale consiste nel perseguire l’utile in modo razionale e vivere la vita nel

   miglior modo possibile rapportandosi al Tutto, a Dio