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martedì 20 maggio 2014

GOTTFRIED WILHELM LEIBNIZ - filosofia

GOTTFRIED WILHELM LEIBNIZ

L’ORDINE CONTINGENTE DEL MONDO

-    Pensiero che domina tutta la sua riflessione: esiste un ordine non geometricamente determinato e quindi necessario ma spontaneamente organizzato e quindi libero (riconciliare l’ordine di Spinoza con la libertà)
» il punto di partenza di Leibniz è ricercare questo ordine in tutti i campi dello scibile
-    Differenza con Spinoza
» per Spinoza c’è un solo ordine univoco e necessario, che è Dio
» per Leibniz c’è un ordine contingente, frutto di una scelta (presenta Dio come colui che ha scelto, tra i
   vari ordini possibili dell’universo, il migliore cioè il più perfetto, essendo Dio stesso perfetto)
» Leibniz include la possibilità di una scelta (divina e umana)
-    Spirito di conciliazione
» questo ordine sta alla base della ricerca di un’arte combinatoria che possa conciliare
1.      meccanicismo e finalismo
2.      materialismo e spiritualismo
3.      scienza e metafisica
4.      filosofia moderna (influenzata da rivoluzione scientifica) e ontologia degli antichi (fino a scolastica)
» vuole trovare un ordine universale fondato sulla libertà e sul rispetto della pluralità
» ciò spiega la linea della sua proposta politica, basata sulla pace, e la sua volontà di riconciliare le Chiese
-    Distinzione tra piano filosofico-metafisico e piano scientifico
» piano filosofico-metafisico » spiega la realtà nel suo insieme e nei suoi aspetti sostanziali e finalistici
                                               » è quello perseguito dalla filosofia scolastica
» piano scientifico » spiega la natura nei suoi aspetti fenomenici di tipo matematico e meccanicistico
                              » gli deriva dalla rivoluzione scientifica
» si vede qui il tentativo di mediazione o di sintesi tra l’antico e il nuovo

VERITA’ DI RAGIONE E VERITA’ DI FATTO

-    Opera di Leibniz è diretta a giustificare la possibilità di un ordine contingente
» dimostra che “ordine” non significa “necessità”
» la necessità è solo nel mondo della logica non nel mondo della realtà » ordine reale non è mai necessario
» distingue due tipi di verità corrispondenti a due piani della realtà, uno logico e uno reale
-    Verità di ragione
» sono necessarie
» delineano il mondo della pura possibilità, molto più vasto ed esteso di quello della realtà
» non riguardano la realtà: non dicono nulla circa la realtà esistente di fatto
» non presuppone una corrispondenza col reale (es: leggi matematiche)
» sono identiche (nel senso che il loro predicato non fa che ripetere ciò che è già contenuto nel soggetto)
» sono fondate sui principi di identità (ogni cosa è ciò che è) e di non contraddizione (una proposizione è
   vera o falsa, quindi non può essere vera e falsa o né vera né falsa contemporaneamente)
» non possono derivare dall’esperienza quindi sono innate (no innatismo platinico perché non sono presenti
   in me come oscure percezioni che l’esperienza rende attuali, ma sono chiare da sempre)
-    La critica a Locke
» Leibniz si oppone alla critica dell’innatismo di Locke
» afferma che le idee innate non sono totalmente consapevoli, ma confuse e oscure
» sono piccole percezioni, possibilità o tendenze che l’esperienza renderà attuali, chiare, distinte
-    Verità di fatto
» sono contingenti » concernono la realtà effettiva
» delimitano il dominio ristretto della realtà nel campo molto più esteso del possibile (non posso scostarmi
   dal dato d’esperienza su cui si fondano le verità di fatto) » è un sottoinsieme delle verità di ragione
» non sono fondate sui principi d’identità e di non contraddizione (il loro contrario è possibile)
» sono fondate sul principio di ragion sufficiente » nulla si verifica senza una ragion sufficiente, senza che
   sia possibile dare una ragione che basti a spiegare perché è così e no altrimenti
» la ragion sufficiente non è una causa necessitante ma un principio di ordine e concatenazione delle cose
» il predicato non è uguale al soggetto, che però deve contenere la ragione sufficiente del suo predicato
-    I mondi possibili e la scelta divina
» Dio ha scelto un ordine che includa la scelta libera
» la ragion sufficiente che spiega perché solo questo mondo è reale è che esso è il migliore di tutti i mondi
   possibili » quindi Dio nella sua perfezione non poteva che fare questa scelta (sceglie per inclinazione)
» non implica necessità assoluta ma l’atto della volontà di Dio: ha liberamente scelto secondo la sua natura
» la ragion sufficiente inclina senza necessitare
-    Causa finale
» il principio di ragion sufficiente implica la causa finale » si stacca da Cartesio e da Spinoza
                                                                                            » si riallaccia alla scolastica
   » se Dio ha creato questo mondo xk è il migliore significa che ha agito secondo un fine (vera causa della
      sua scelta), cioè Dio ha creato il mondo per in fine » in Dio necessità ed inclinazione coincidono

LA SOSTANZA INDIVIDUALE (concetto centrale della sua metafisica » riprende termine nella scolastica)

-    Sostanza individuale = soggetto reale, esistente
» la natura di una sostanza individuale è di avere una nozione così compiuta da essere sufficiente a far
   comprendere e dedurre tutti i predicati del soggetto (es: Alessandro Magno)
-    Conoscenza umana e divina
» l’uomo non ha mai la nozione compiuta di una sostanza individuale
» l’uomo deve desumere dall’esperienza o dalla storia gli attributi di una sostanza individuale
» Dio ha una conoscenza perfetta, è in grado di individuare nella nozione di una sostanza la ragion
   sufficiente di tutti i suoi predicati » conoscenza immediata, conosce tutto a priori
» Dio conosce il destino di tutte le sostanze individuali » non vuol dire che la s. individuale sia necessitata
» ciascuno segue l’inclinazione della propria natura in modo inevitabile
» la natura di ciascuna sostanza risponde all’ordine generale dell’universo voluto da Dio
» libertà è ridotta all’inclinazione verso qualcosa che corrisponde alla natura e all’ordine generale
» tutti gli attributi di una sostanza individuale sono deducibili in modo infallibile dalla sua nozione
» finisce per modellare le verità di ragione su quelle di fatto

FISICA E METAFISICA

-    Principio della continuità
» è il principio per cui «la natura non fa mai salti»
» es: per passare dal piccolo al grande bisogna passare attraverso infiniti gradi intermedi
» di conseguenza rifiuta l’atomismo: il processo di divisione della materia non può fermarsi ad elementi
   indivisibili, come sarebbero gli atomi, ma deve procedere all’infinito
-    La forza come elemento originario del mondo fisico
» si accorge che il principio cartesiano dell’immutabilità della quantità di movimento era falso
» bisogna sostituirlo con il principio della conservazione della forza (o azione motrice)
» ciò che rimane costante nei corpi non è una quantità di movimento ma una quantità di azione motrice (è
   l’odierna energia cinetica = massa x velocità^2)
» il movimento consiste nella semplice traslazione nello spazio » non può produrre effetti
» il movimento non è reale di per sé, come lo spazio ed il tempo » li considera enti di ragione con cui
   esprimiamo i rapporti di coesistenza e successione delle cose, non costituiscono la realtà, solo la forza
» movimento, spazio, tempo sono modalità con cui le cose appaiono alla mia mente
» la forza è la vera realtà dei corpi, ciò che si conserva non è il movimento ma la quantità di azione motrice
-    La forza come principio metafisico fonda le leggi della fisica
» il concetto di forza gli serve per oltrepassare il meccanicismo
» accetta il meccanicismo cartesiano come una spiegazione provvisoria: ammette che tutto nella natura di
   possa spiegare con le nozioni di figura e movimento, ma le fa discendere da qualcosa di superiore
» la forza è il superiore principio metafisico che fonda le leggi della fisica
» ripresa della scolastica: esiste un’essenza e sostanza che però viene legata ad una questione scientifica
                                       » l’essenza non è più in termini aristotelici ma matematici
» forza passiva » resistenza che il corpo oppone alla penetrazione del movimento (da qui nasce la materia)
» forza attiva » è la vera e propria forza, è tendenza all’azione
                      » intesa come una perfezione avente in sé il principio del proprio agire (entelechìa aristotelica)
-    La forza come elemento di natura soprannaturale
» risolve la realtà fisica in una realtà incorporea (la forza passiva, che sarebbe la massa, non è corporea)
» l’elemento costitutivo della natura è quindi di natura spirituale
» viene negato il dualismo cartesiano tra res extensa e res cogitans » non esistono né estensione né materia
» tutto è spirito e vita perché tutto è forza

L’UNIVERSO MONADISTICO

-    A cosa gli serve introdurre la monade?
» questo concetto gli permette di estendere al mondo fisico il proprio concetto di ordine contingente
» con questo concetto unifica quindi mondo fisico e mondo spirituale
-    Caratteristiche della monade
» monade = è un atomo spirituale, una sostanza semplice, senza parti, priva di estensione, indivisibile
                » è un punto di forza in cui convergono forze diverse
1.      ogni monade è diversa dall’altra » non esistono due esseri perfettamente uguali
       » principio dell’«identità degli indiscernibili», se ci fossero due cose uguali sarebbero della stessa
          sostanza » c’è sempre una differenza interiore, sostanziale, qualitativa
       » due cubi uguali esistono solo in matematica, come verità di ragione, non nella realtà
2.      le monadi non possono influenzarsi a vicenda
» ogni monade è un mondo chiuso in se stesso (stanza priva di finestre = no comunicazione)
» ciascuna monade ha presente le altre monadi in maniera ideale, come rappresentazione
» ogni monade è uno «specchio vivente dell’universo» da un particolare e specifico punto di vista
» la monade è un centro attivo di rappresentazioni
3.      la monade è costituita a somiglianza della nostra anima
» due attività fondamentali » percezione: attività rappresentativa
                                            » appetizione: il tendere da una percezione all’altra
» l’appercezione è una percezione cosciente di sé (percepire con la consapevolezza di percepire)
» solo le monadi più elevateanime») hanno capacità di appercezione
» la nostra anima ha delle piccole percezioni di cui non abbiamo coscienza
» afferma che il filosofo riconosce che l’anima pensa sempre » si oppone a Cartesio e Locke che
   identificano il pensare con la coscienza di pensare (Leibniz distingue)
4.      i gradi di perfezione delle monadi sono determinati dai gradi delle loro percezioni
» Dio » è la «monade delle monade» perché ha appercezione massima e totale
          » rappresenta il mondo da tutti i punti di vista
» monadi create » sono finite per natura
                          » rappresentano il mondo solo da un particolare e determinato punto di vista
                          » non rappresentano la totalità dell’universo con lo stesso grado di chiarezza
                          » le percezioni delle monadi create sono sempre confuse
» monadi pure/semplici = monadi create che possiedono soltanto percezioni confuse
» anime degli animali » costituite da monadi fornite di memoria
                                    » va contro Cartesio affermando che gli animali non hanno anima
» spiriti umani » costituiti da monadi forniti di ragione
-    La materia
» anche la materia è costituita da monadi » la materia è un aggregato di sostanze spirituali (non è corporea)
» è infinitamente divisibile, scomponibile in infiniti elementi ultimi (le monadi) che non hanno corporeità
» quindi la natura della materia è spirituale, formata da «punti metafisici»
-    Materia prima e materia seconda
» la materia prima è la potenza passiva, la forza d’inerzia o di resistenza
» la materia seconda è la materia intesa come aggregato di monadi
» materia prima e materia seconda sono due facce della stessa medaglia, insieme costituiscono la monade
» nelle monadi superiori (anime umane) la potenza passiva è l’insieme delle percezioni confuse, che
   costituisce ciò che vi è di imperfetto nelle monadi spirituali create
-    Azione e passione nella monade
» consideriamo azione ciò che avviene alla sostanza spontaneamente, e dalla sua stessa natura
» quindi da un punto di vista metafisico ogni sostanza non fa che agire poiché tutto dopo la creazione le
   proviene da sé e non subisce l’azione di alcuna altra sostanza
» consideriamo ora azione un esercizio di perfezione, e la passione è il contrario
» quindi non vi è azione se non quando la percezione acquista consapevolezza, diviene distinta
» c’è passione quando la percezione diviene più confusa » esse indicano la nostra imperfezione
» le percezioni confuse nelle monadi spirituali corrispondono all’impenetrabilità nelle monadi corporee
» la perfezione, la forza consiste nei nostri pensieri distinti
-    Anima e corpo
» il corpo umano e animale è materia seconda, aggregato di monadi
» questo aggregato è tenuto insieme e dominato da una monade superiore, l’anima (monade dominante)
» tra corpo e anima non c’è diversità sostanziale o metafisica (solo nei gradi di chiarezza delle percezioni)
» tuttavia ammette che seguono leggi indipendenti » i corpi agiscono tra loro secondo leggi meccaniche
                                                                                  » le anime agiscono secondo le leggi della finalità
» non si può spiegare l’azione dell’anima sul corpo o viceversa, quindi l’anima e il corpo seguono leggi
   separate, senza che le leggi di una turbino quelle dell’altra » problema: come si spiega il loro rapporto?
-    Il problema dell’accordo reciproco delle monadi (problema visto più in generale)
» tutte le monadi sono perfettamente chiuse in se stesse senza la possibilità di comunicare tra di loro
» sono legate tra di loro nel fatto che ognuna costituisce un “aspetto” particolare del mondo, cioè hanno
   una rappresentazione più o meno chiara di tutte le altre monadi (che infatti costituiscono l’universo)
» es: sono tante vedute di una stessa città, si accordano ad esprimere la veduta globale dell’universo
» solo Dio abbraccia la visione completa, globale di tutto l’universo
» ciascuna monade rappresenta dell’universo il corpo di cui è entelechia in modo più distinto
» le monadi di uno stesso corpo avranno questa caratteristica in comune che le avvicina
-    Problema della comunicazione tra anima e corpo (3 maniere di spiegare loro legame)
» premessa: paragoniamo anima e corpo a due orologi
1.      ipotizza l’influenza reciproca dell’uno sull’altro » dottrina della filosofia volgare
» urta contro la tesi dell’incomunicabilità tra le monadi e l’affermazione delle loro leggi eterogenee
2.      la maniera dell’assistenza » è propria del sistema delle cause occasionali
» due orologi, anche cattivi, possono essere tenuti in armonia da un orologiaio che provveda a regolarli
» questo sistema ha la pecca di introdurre il Deus ex machina in campo naturale e ordinario
» Dio non deve intervenire nella quotidianità
3.      dottrina dell’armonia prestabilita
» resta solo che i due orologi siano stati costruiti con tanta perfezione che siano sempre in accordo
» anima e corpo seguono le proprie leggi in un’armonia prestabilita da Dio all’atto della creazione
» es: per armonia prestabilita nell’anima entra dolore quando ci facciamo male al corpo

INNATISMO

-    Innatismo totale
» parte dal dire che l’anima è un «automa immateriale» perché la sua vita si sviluppa dall’interno con
   perfetta spontaneità, secondo una legge inscritta nella natura stessa della monade che Dio creò così
» la monade è tutta innata a se stessa giacché non può ricevere nulla dall’esterno
» Dio alla creazione programma la monade in modo che abbia già tutto inscritto e sia autosufficiente
» sono innati: verità di ragione, principi logici su cui si fonda, verità di fatto, sensazioni
-    Innatismo virtuale
» le verità di ragione non possono derivare dall’esperienza perché hanno una necessità assoluta che le
   conoscenze empiriche non possiedono » contro l’empirismo di Locke (intelletto come tabula rasa)
» le verità innate sono presenti alla mente non in modo attuale bensì sottoforma di potenzialità o tendenza
» es: l’anima è come un blocco di marmo in cui sono impresse delle linee virtuali che delineano l’opera
   d’arte contenuta in esso; con pochi colpi di martello si elimina il marmo superfluo, e appare la statua
» ciò che è già iscritto si compie nel tempo e attraverso un’azione necessaria
» es: non posso stare chiuso in casa aspettando che la potenzialità si realizzi, ma è necessario uno stimolo e
   una mia azione, un mio movimento » diventa atto con la presa di coscienza attraverso il ragionamento
» l’anima ricava da se stessa le idee rendendo attuali le predisposizioni che possiede con la riflessione
-    Oltre Locke, verso Kant
» precede Kant: l’anima dispone di categorie (l’essere, la sostanza) che i sensi non potrebbero fornirle
» corregge l’assioma degli empiristi “nulla si trova nell’anima che non derivi dai sensi” aggiungendo
   “excipe: nisi ipse intellectu” cioè “a eccezione dell’anima stessa e delle sue attività”
» innovazione: l’anima è innata a se stessa perché la monade esce dalle mani di Dio compiuta nella sua
   natura e determinata (ma non necessariamente) in tutti i suo pensieri e in tutte le sue azioni
» chiama quindi le monadi «folgorazioni continue» della divinità, perché dipendono di momento in
   momento da una illuminazione divina (intesa come rivelazione improvvisa, lampadina che si accende)

DIO

-    Necessità di una teologia
» affermando l’armonia prestabilita, sottintende un sviluppo teologico
» nel suo sviluppo accoglie i temi della tradizione teologica, rielaborandoli a suo modo
» temi: problema della libertà, della predeterminazione, del male
-    Prove dell’esistenza di Dio
1.      a posteriori (3° prova di Tommaso d’Aquino desunta dal rapporto tra il possibile ed il necessario)
» ricorre al principio di ragion sufficiente
» noi facciamo esperienza di cose limitate, contingenti, non contengono nulla che renda necessaria la
   loro esistenza » Dio è la prima ragione delle cose, è ragione di se stesso, quindi necessario ed eterno
2.      Dio come intelletto, volontà e potenza
» cosa aggiunge a Tommaso d’Aquino? Che Dio ha creato il mondo migliore possibile tra tutti quanti
» questa scelta di Dio implica un intelletto per scegliere il mondo e una volontà per metterlo in atto
» tutte le varie possibilità per essere tali devono essere reali, quindi questa scelta è necessaria, e quindi
   l’esistenza di Dio è necessaria » la possibilità dell’esistenza implica una realtà che deve esistere
» esiste un solo mondo tra tutti i possibili quindi la ragione sufficiente di esso non può che essere
   costituita da un grande intelletto che ha le idee di tutti i mondi possibili e da una volontà che sceglie
» essi sono l’intelletto e la volontà di Dio
3.      il rapporto tra Dio e le verità eterne e di fatto
» Dio è nello stesso tempo ragione sufficiente del mondo che esiste di fatto e di tutti i mondi possibili
» questo perché anche le pure possibilità si devono fondare su qualcosa di reale
» si fondano sull’esistenza dell’essere necessario, la cui essenza implica l’esistenza
» Dio è quindi la fonte di ogni realtà, delle essenze possibili, delle verità eterne
» contro Cartesio: le verità eterne non dipendono dalla volontà divina ma dall’intelletto divino
» dalla volontà divina dipendono le verità di fatto
4.      prova ontologica
» elabora l’argomento di Anselmo d’Aosta utilizzando però il concetto del possibile
» contro Cartesio: si può dedurre l’esistenza (che è perfezione) da un essere perfetto solo dopo aver
   dimostrato che il concetto di questo essere è possibile (cioè privo di contraddizioni interne)
» l’argomento deve essere dalla possibilità di Dio alla sua esistenza, non dalla perfezione all’esistenza
» in Dio solo la possibilità e la realtà coincidono (per questo è necessaria la sua natura)
» non c’è dubbio che sia riconosciuto possibile data la totale assenza di limitazioni che lo caratterizza

I PROBLEMI DELLA TEODICEA

-    Il problema del male
» già i filosofi antichi hanno dovuto conciliare l’idea di un dio buono con la presenza del dolore e del male
» conia il termine “teodicea” » indica la giustificazione di Dio
                                               » cioè il tentativo di scagionarlo dall’accusa di essere responsabile del male
-    Distinzione tra tipologie di mali (si rifà allo schema agostiniano)
» male metafisico: implicito nella limitazione delle creature (deficienza dell’essere)
» male morale: coincide con il peccato o una colpa (quello che rende necessaria la giustificazione)
                       » se è voluto da Dio allora Dio non è massimamente buono
                       » se c’è senza che Dio possa impedirlo, allora Dio non è onnipotente
» male fisico: può derivare dal male metafisico (conseguenza di una natura imperfetta)
                     : può derivare dal male morale (punizione di una colpa)
-    Volontà divina e il male
» questione del male morale viene affrontata con la “regola del meglio” (norma dell’azione divina)
» in Dio c’è » una “volontà eccedente” che vuole il “bene in sé”
                    » “volontà conseguente” che sceglie il meglio, scontrandosi con il princ. di non contraddizione
» Dio vuole il bene assoluto (il “bene in sé”), in quanto buono, quindi vuole (volontà eccedente) far
   esistere ogni cosa massimamente buona (libertà, assenza di colpa)
» problema: la libertà umana non può coesistere con l’assenza di colpa totale
                  » non possono essere realizzati entrambi in maniera assoluta, neppure da Dio
                  » perché anche Dio deve sottostare al principio di non contraddizione
» violerebbe legge logica necessaria: per questo crea non un mondo perfetto ma il migliore possibile
» il mondo migliore è quello che contiene sia il bene della libertà che dell’assenza di colpa, non assoluti
» volontà permissiva di Dio si vede rispetto al peccato: lo permette in base alla sua volontà conseguente
» Dio non crea il peccato, ma l’uomo lo può scegliere grazie al libero arbitrio
-    La libertà umana
» esiste un progetto divino, un destino che però non annulla la libertà dell’uomo
» la predestinazione divina non elimina la libertà umana ma la inclina verso la scelta del meglio
» l’origine stessa dell’universo è libera e contingente, creato da un atto libero della volontà divina
» principio di ragion sufficiente orienta il mondo verso una direzione, che consiste nel meglio possibile
» la predeterminazione divina non è necessitante, ma inclinante » libertà dell’uomo consiste nella tendenza
» la scelta del meglio da parte delle creature è libera e responsabile (libertà è poter scegliere anche il male)

» punto centrale della ricerca di Leibniz = libertà dell’ordine universale

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