Pagine

mercoledì 27 agosto 2014

L'UNITA' D'ITALIA - il fallimento di Mazzini

IL FALLIMENTO DELL’ALTERNATIVA RIVOLUZIONARIA

-    Le iniziative di Mazzini
» il fallimento delle rivoluzioni del ’48-49 non muta nei mazziniani l’idea che l’unità d’Italia dovesse
   essere conquistata attraverso un moto rivoluzionario e insurrezionale
» da Londra, Mazzini non smette di progettare la sua attività cospirativa, ma con grandi costi umani
» 1851-52 » la polizia austriaca inferse duri colpi all’organizzazione (arresti, condanne capitali…)
                 » particolare impressione fece l’impiccagione di nove mazziniani a Belfiore (a Mantova)
» nonostante ciò, Mazzini crede di poter contare su un’insurrezione
» 6 febbraio 1853 » a Milano, qualche centinaio di operai e artigiani assalirono i posti di guardia austriaci
                             » per la disorganizzazione e le poche forze, il moto fu facilmente represso
                             » nuovi arresti, nuove condanne a morte
-    Il Partito d’azione
» Mazzini attribuisce il fallimento alla disorganizzazione e al troppo tiepido appoggio dei liberal-borghesi
» non desiste dalla convinzione che l’unico mezzo per l’unificazione fosse un’insurrezione
» 1853 » fonda a Ginevra una nuova formazione politica, il Partito d’azione
            » solo il nome ne sottolinea il forte carattere militare
» Mazzini intanto cerca di incrementare la base di consenso negli operai e artigiani del Nord
» molte società di mutuo soccorso nate allora in Liguria e Piemonte furono controllate da mazziniani
-    Critiche alla strategia mazziniana
» tra i democratici italiani nascono nuovi orientamenti che mettono in discussione la linea mazziniana
» c’è chi ritiene questa strategia troppo intransigente e propone una collaborazione di tutte le forze che
   auspicano all’unità d’Italia
» c’è chi, già in una prospettiva socialista, considera la sua impostazione inadatta per i problemi sociali e le
   esigenze delle classi subalterne
-    Ferrari e Pisacane
» due libri usciti nel 1851 introdussero il tema del socialismo nel dibattito risorgimentale
1.      La Federazione repubblicana del milanese Giuseppe Ferrari
2.      La guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49 del napoletano Carlo Pisacane
» sostengono che la lotta per l’indipendenza nazionale poteva aver successo solo basandosi sul consenso
   delle classi popolari identificandosi con la loro lotta per l’emancipazione economica
» per Ferrari qualsiasi iniziativa doveva essere legata a una ripresa delle forze rivoluzionarie in Francia
» per Pisacane il sud Italia fosse adatto per una rivoluzione (paese arretrato con una borghesia debole)
-    La spedizione di Sapri
» Pisacane e Mazzini collaborano elaborando un progetto insurrezionale da attuarsi in Italia meridionale
» giugno 1857 » Pisacane si imbarca a Genova con pochi compagni verso l’isola di Ponza (sede di un
                            penitenziario borbonico), e con 300 detenuti liberati, la spedizione si dirige a Sapri
                        » dalle coste meridionali della Campania, inizia una marcia verso l’interno
                        » ma mancò l’attesa adesione dei contadini
                        » isolata e segnalata dalle ostilità locali, i rivoltosi furono individuati e annientati dalle
                           truppe borboniche » Pisacane, ferito, si uccise per non rimanere prigioniero
-    La società nazionale
» al fallimento di Sapri, coincide la nascita di un movimento indipendentista filo piemontese
» fondatore: Daniene Manin (capo del governo repubblicano di Venezia nel ’48-49)
» fin dal ’55 aveva proposto l’unione di tutte le correnti intorno all’unico strumento in grado di
   raggiungere l’unità: la monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II
» molti esponenti democratici e anche Giuseppe Garibaldi (rientrato nel ’55 in Italia) aderirono alla proposta
» 1857 » morte di Manin
            » a luglio il movimento di diede una struttura organizzativa e assunse il nome di Società nazionale

» dichiarano quindi di voler appoggiare la monarchia sabauda finché avesse appoggiato la causa italiana

L'UNITA' D'ITALIA - Cavour e il Piemonte

CAVOUR

-    Nato nel 1810, cresciuto e formato in un clima familiare aristocratico, ma non chiuso e retrogrado
» cosmopolitismo culturale e intraprendenza borghese sono le due componenti della sua formazione
-    Ideale politico: liberalismo moderato
» pensava che l’ampliamento delle basi dello Stato dovesse essere graduale e nell’ambito di una monarchia
   costituzionale, sempre attivo nelle riforme, unico rimedio contro le riforme e il disordine sociale
» si ispira al modello moderato della Francia orleanista ma con un risvolto più pragmatico e moderno
» vede nello sviluppo produttivo la premessa indispensabile per il progresso civile e politico
» avendo per modello il liberalismo britannico, nutre una fiducia illimitata della libertà economica
-    1850 » entra a far parte del governo D’Azeglio come ministro per l’Agricoltura e il Commercio
-    1852 » si deve dimettere per contrasti col re ed è incaricato di formare il nuovo governo (novembre)
-    Il “connubio”
» promuove un accordo tra l’ala più progressista della maggioranza moderata (il cosiddetto “centro-destra”
   di cui era leader) e la componente più moderata della sinistra democratica (il “centro-sinistra” capeggiato
   da Urbano Rattazzi) » amplia la base parlamentare del suo governo spostandone l’asse verso sinistra
» nasce una nuova maggioranza di centro che relegava all’opposizione i clericali-conservatori e i
   democratici-intransigenti, isolandoli
» fa propria la politica patriottica e antiaustriaca (sostenuta fin d’allora dai democratici)
» rende più incisiva l’azione riformatrice in campo politico ed economico
-    La scelta parlamentare
   » l’avvento di Cavour segna una svolta decisiva sul piano istituzionale
» si afferma in questi anni l’interpretazione parlamentare dello Statuto albertino
» il governo non dipende solo dalla fiducia del sovrano ma soprattutto dalla maggioranza in Parlamento
-    La politica liberoscambista
» lavora per sviluppare l’economia italiana e per integrarla nel contesto europeo
» adotta la linea liberoscambista » stipula trattati commerciali con Francia, Belgio, Austria, Gran Bretagna
                                                     » tra il ’51 e ’54 abolisce il dazio sul grano
» progressi nelle opere pubbliche » costruzione di strade e canali
                                                      » sviluppo delle ferrovie » favorisce l’espansione del commercio
                                                                                              » maggiore produzione siderurgica e metallica
» nel quadro di una crescita non mancano aspetti negativi, come la condizione delle classi subalterne che
   non aveva ancora conosciuto miglioramento, come l’elevato tasso di analfabetismo
-    Condizione del Piemonte: decisamente positiva
» agricoltura in fase di espansione e di modernizzazione
» un’industria che poneva il Piemonte all’avanguardia degli Stati italiani, pur non primeggiando
» un sistema creditizio organizzato intorno ad una banca centrale (la Banca nazionale)
» una rete di trasporti efficiente e collegata con l’Europa tramite il traforo di Frejus
» un volume di scambi commerciali con l’estero notevole (quasi il doppio rispetto al resto d’Italia)
-    L’emigrazione politica
» Cavour diventa il punto di riferimento per la borghesia liberale in Italia
» 1849-1860 » moltissimi esuli politici (si parla dai 20 ai 30.000) si stabiliscono nel Regno Sabaudo
» essi prendono parte attiva alla vita politica del Regno, essendoci molti intellettuali ed ex-rivoluzionari

   Amalgamandosi con la classe dirigente locale

L'UNITA' D'ITALIA - La seconda restaurazione

L’UNITA’ D’ITALIA
LA SECONDA RESTAURAZIONE

-    Conseguenze delle rivoluzioni del ’48-’49 » ritorno dei sovrani legittimi
                                                                        » consolidamento dell’egemonia austriaca
   » ne deriva il blocco di qualsiasi esperimento riformatore e dello sviluppo economico degli Stati italiani
   » distacco tra sovrani e opinione pubblica borghese
-    Riorganizzazione degli Stati Italiani
   » lo Stato della Chiesa fu riorganizzato secondo l’antico modello teocratico-assolutistico
» il Regno delle Due Sicilie ritorna al sistema assolutistico con una repressione durissima
» lo Stato borbonico, anche per la sua arretratezza economica, è un modello negativo agl’occhi dell’Europa
» il Lombardo-Veneto » viene sottoposto ad un pesante regime di occupazione militare
                                     » inasprimento della pressione fiscale (su imprenditori, commercianti, ceto popolare)
- Vittorio Emanuele II e lo scontro col Parlamento
   » il Piemonte sabaudo vive una situazione diversa
» sopravvive l’esperimento costituzionale con lo Statuto albertino
» il regno di Vittorio Emanuele II comincia con uno scontro tra corona e Camera elettiva (democratica)
   » agosto ’49 » pace di Milano con l’Austria (Piemonte paga una forte indennità senza però cedere territori)
                      » la Camera si rifiuta di approvarla
                      » Massimo D’Azeglio (moderato che presiede il governo) scioglie la Camera
                      » il re indirizza agli elettori un messaggio (proclama di Moncalieri) in cui li invita a scegliere
                         rappresentanti più moderati, altrimenti lo Statuto sarebbe messo in discussione
                      » la nuova Camera (maggioranza di moderati) approvò la pace di Milano
- Il governo D’Azeglio e la legge Siccardi
   » D’Azeglio ha ora l’appoggio della Camera per condurre un’opera di modernizzazione dello Stato
» febbraio 1850 » viene approvato il progetto del ministro della Giustizia Siccardi di porre fine ai privilegi
   della Chiesa (tribunali riservati, diritto d’asilo, censura sui libri) riordinandone i rapporti con lo Stato
» la legge Siccardi incontra una durissima opposizione da parte del clero e degli ambienti conservatori
» nella battaglia per l’approvazione, emerge un nuovo leader della maggioranza liberal-democratica, il

   conte Camillo Benso di Cavour, aristocratico, uomo d’affari, proprietario terriero, giornalista