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domenica 13 aprile 2014

SOFOCLE - Edipo a Colono

EDIPO A COLONO

-    Data di rappresentazione » viene rappresentato postumo nel 405 a.C. (altri pensano nel 401 a.C.)
» è l’ultima opera di Sofocle, che ha scritto a più di novant’anni, nel momento più tragico della vita di
   Ateme, dopo la sconfitta della guerra del Peloponneso: per queste circostanze è strano che solo qui
   recuperi una serenità mentre, durante lo splendore della città in cui viveva, ha sfiorato il nichilismo
» inoltre in questo periodo ha avuto anche problemi familiari: tutti oppure uno dei suoi figli maschi gli fa
   una processo per avere l’eredità prima della sua morte, dichiarando che ormai non aveva più la capacità
   di intendere e di volere, accusandolo di demenza senile » Sofocle si difende e vince il processo
» nonostante l’amarezza per questa condotta dei figli emerge una visione positiva
-    Ambientazione » Colono, demo di Atene (quartiere periferico) » è la patria di Sofocle
-    Personaggi » Edipo
» Antigone (figlia di Edipo)
» Teseo (re di Colono)
» Ismene (sorella di Antigone, Polinice ed Eteocle)
» Creonte (zio di Edipo e rappresentante di Eteocle, nuovo re tebano e figlio di Edipo)
» Polinice (fratello di Eteocle e figlio di Edipo)
» messaggero
-    Numero di attori » tre o quattro
                               » essendo molti i personaggi, gli attori sono costretti ad uscire spesso senza congedo per
                                  cambiarsi e fare un altro personaggio. C’è un passaggio in cui si ipotizza addirittura il
                                  quarto attore (o Ismene è rappresentata da due attori, oppure da un unico, che viene a
                                  diventare il quarto attore)
-    Coro » abitanti di Colono
-    Trama
» il vecchio e cieco Edipo è peregrinato fino a Colono, scortato dalla figlia Antigone
» non appena riconosciuto, gli abitanti di Colono lo vogliono cacciare perché non porti la peste anche nella
   loro città, ma lo fanno restare finché non torni Teseo, che decide di accoglierlo, benevolo
» le sciagure ed il tempo hanno riscattato Edipo, che ora non è più contagioso grazie alla scoperta
   rivoluzionaria della coscienza (συνοῖδα «avere coscienza»): perché un’azione sia una colpa deve essere
   voluta, quindi Edipo è in realtà innocente (non doveva essere esiliato) » questo però non toglie il dolore
» arriva Ismene, che fino ad allora aveva viaggiato da sola cercando il padre per dargli una notizia: ha
   ricevuto un oracolo che le ha rivelato che il luogo in cui morirà Edipo sarà sacro ed inviolabile
» questa novità lascia Edipo incredulo ed irritato: ora che gli dei gli avevano tolto tutto vogliono ricoprirlo
   di gloria » non ci crede, perché ha ormai perso la fede negli dei, dopo le sciagure della sua vita
» prima i tebani (governati da Eteocle), dall’altra Polinice ed i suoi, cercano di impossessarsi di Edipo
» arriva Creonte, rappresentante di Eteocle, che cerca di portare con sé Edipo col ricatto
» arriva poi Polinice, che lo incita a seguirlo in Argolide ed appoggiarlo nella lotta che sta preparando
   contro il fratello Eteocle: è un personaggio triste, che chiede compassione per la sua situazione (esiliato)
» Edipo rifiuta sdegnosamente entrambi (soprattutto Creonte, perché Ismene lo aveva avvertito che sarebbe
   stato confinato fuori da Tebe finché non morisse: i cittadini tebani temevano un nuovo contagio e così
   avrebbero avuti sicuri i dintorni della città, dove sarebbe morto, e di conseguenza la città stessa)
» l’oracolo, che dice sempre molto poco, non aveva confermato l’innocenza di Edipo, per questo i tebani
   temono che, se tornato in città, avrebbe scatenato un altro contagio
» ripetuti fragori annunciano ad Edipo che l’ora della sua morte si avvicina
» Edipo chiede a Teseo, l’unico di cui si fida, di accompagnarlo insieme alle figlie in un luogo misterioso
   in cui sa che dovrà morire, e si incammina verso il bosco delle Eumenidi
» entra in scena un messaggero che aveva accompagnato il corteo fino ad un certo punto, raccontandoci la
   fine di Edipo (gli eventi importanti, soprattutto la morte non è rappresentata nella tragedia greca)
» il messo e le due fanciulle, su richiesta di Edipo, si sono fermate ad un certo punto del percorso: solo
   Teseo è ammesso ad ammirare la sua morte miracolosa, e viene ritrovato da solo con le mani sugli occhi:
   aveva visto infatti un prodigio, l’assunzione di Edipo tra gli dei
» nell’esodo le ragazze ritornano a Colono insieme a Teseo, molto tristi, ma il coro le consola, dicendo loro
   che Edipo ha finito felicemente la sua vita, quindi esortandole a non essere più tristi
-    Osservazioni
» viene recuperata l’idea di ὄλβος, il grado di felicità che si esprime tirando le conclusioni alla fine della

   propria vita » quella di Edipo è stata una morte così miracolosa da aver superato tutta la somma dei mali

SOFOCLE - Filottete

FILOTTETE

-    Data di rappresentazione » 409 a.C. » Sofocle è ormai nella vecchiaia
-    Ambientazione » isola di Lemno
-    Personaggi » Neottolemo (figlio di Achille)
» Ulisse
» Filottete (soldato acheo)
-    Numero di attori » tre
-    Coro » marinai di Neottolemo
-    Trama
» siamo in un momento di stallo della battaglia di Troia, in cui i greci non riescono a prevalere
» il responso di un oracolo dichiara che la situazione di sbloccherà solo con la presenza in battaglia del
   figlio di Achille (aveva pressappoco dieci anni!) e di un arco che apparteneva ad Eracle, ora a Filottete
» Ulisse ed un gruppo di Achei sono partiti recuperando prima Neottolemo, che accetta onorato l’invito
   dell’eroe » era cresciuto nella memoria del padre glorioso, con l’ambizione di essere come lui
                  » Neottolemo è pieno di entusiasmo: un eroe vero e proprio era giunto fin lì per lui!
                  » inoltre Ulisse gli svela che i Greci avrebbero vinto la guerra solo grazie alla sua presenza,
                     quella guerra che neanche il padre, morto, era riuscito a vincere
» nel viaggio di ritorno a Troia sostano sull’isola di Lemno, dove, su consiglio di Odisseo, la flotta greca
   diretta a Troia aveva abbandonato Filottete perché la ferita procuratagli da un morso di serpente non si
   era più sanata, ed emanava un puzzo insopportabile » non era utile un soldato ferito
» l’unica cosa che gli lasciano per sopravvivere è l’arco di Eracle, con cui caccia (cova l’odio per 10 anni)
» Ulisse è consapevole dell’odio di Filottete, per cui manda Neottolemo da lui con una missione: avrebbe
   dovuto farselo amico e conquistare la sua fiducia fingendosi anche lui vittima della malvagità dei principi
   greci, poi, con l’inganno,rubargli l’arco nel momento opportuno
» per di più, Achille era stato contrario alla proposta fatta da Ulisse di abbandonare sull’isola Filottete, che
   lo sa bene, e per questo accoglie benevolo il figlio di colui che lo voleva salvare
» nel prologo Ulisse fa di tutti per pervertire l’onesto ragazzo, che, pur rispettoso, si ribella all’inganno
» Neottolemo viene persuaso malvolentieri ed il piano ha inizio: Filottete lo accoglie con calore e subito
   nasce un’amicizia, che resta però inquieta per il ragazzo, il quale è sempre più in crisi per la coscienza
» Filottete arriva a fidarsi di lui a tal punto che gli affida in custodia l’arco nei momenti in cui è preso da
   forti attacchi (descritti come attacchi epilettici) per la ferita ancora di serpente non ancora guarita
» quando Filottete si è addormentato dopo una crisi, gli ruba l’arco, ma la sua onestà prevale e torna
   indietro a restituirlo prima che Odisseo, uscito dal suo nascondiglio, possa impedirglielo
» saputa tutta la verità, Filottete non cede ai tentativi di persuasione da parte di Neottolemo di andare a
   Troia per aiutare chi lo abbandonò a se stesso, covando rancore per i Greci e delusione per Neottolemo
» a risolvere la situazione è l’intervento di Eracle, che entra dall’alto come un dio grazie ad una macchina
   (deus ex machina » inventata da Euripide, è una specie di pedana) » Sofocle accoglie qui la variante per
   cui Eracle è stat divinizzato dal padre dopo la morte, che non aveva accettato nelle Trachinie
» Eracle scioglie la situazione, predicendo all’amico onori e guarigione a patto che accetti di recarsi a Troia
   e di collaborare alla presa della città, dove ci saranno medici che lo cureranno
-    Osservazioni
» il mito ha spesso delle cronologie contrastanti: Neottolemo, quando finì la guerra di Troia, aveva dieci
   anni, ma viene definito un ragazzo, un adolescente » nato poco prima dell’inizio della guerra
» confronto con il Filottete di Euripide
-    Euripide fa l’isola di Lemno abitata, mentre Sofocle sceglie di presentarla deserta
-    Sofocle con questa scelta evidenzia la solitudine di Filottete, facendoci immedesimare nel suo odio
-    In Euripide il coro erano gli abitanti di Lemno, in Sofocle sono i marinai di Neottolemo, che non hanno alcun motivo per favorire Filottete o stare dalla sua parte: è completamente solo con il suo arco
-    Giustifica così l’attaccamento che ha nei confronti dell’arma, e sottolinea la crudeltà di Ulisse
» è qui la peggiore rappresentazione del personaggio di Ulisse: per lui la cosa principale è la gloria, non gli
   interessa con che mezzi ottenerla » ricerca dell’utile eliminando l’etica
                                                         » deturpa addirittura la purezza di un fanciullo, macchiandolo di colpa
» il coro non esprime una posizione, non è consigliere, è solo ubbidiente al volere del padrone Neottolemo
» il principale tema è il rapporto educativo tra adulto e ragazzo
» il giovane, con tutti i suoi desideri, le sue speranze ed aspirazioni, è conteso tra due adulti che seguono
   ciascuno il proprio utile » Odisseo poi gli insegna a commettere il male per avere successo
                                          » Odisseo rappresenta la sofistica, che insegna a vincere e non educa
                                          » Filottete dirà ad Odisseo: «tu sei entrato a forza nel cuore di questo ragazzo»
» comparsa della deus ex machina è negativa in un atragedia perché interviene nel momento in cui l’autore
   non riesce a fornire con la sola scena tutti gli elementi per la prosecuzione dell’azione fino alla
   conclusione » non sa risolvere altrimenti la situazione che crea tra i personaggi
                       » significa che il mito in sé non ha elementi sufficienti per essere condotto autonomamente

                       » inoltre c’è la scomparsa ingiustificata di Odisseo (l’attore deve cambiarsi per fare Eracle)

SOFOCLE - Elettra

ELETTRA

-    Data di rappresentazione » la datazione è incerta. Ci sono arrivate tre tragedie su questo stesso mito, l’uccisione di Clitemnestra ed Egisto, una di Eschilo (nelle Coefore), una di Euripide e questa di Sofocle. Non sappiamo se quella di Euripide viene prima o dopo. La consideriamo quindi tra Edipo re e Filottete
-    Ambientazione » Micene
-    Personaggi » Oreste (figlio di Clitennestra e Agamennone)
» Pilade (amico di Oreste)
» pedagogo di Oreste
» Elettra (sorella di Oreste)
» Crisotemi (sorella di Elettra e di Oreste)
-    Numero di attori » tre
-    Coro » donne libere (non essendo schiave, come invece in Eschilo, hanno più libertà di esprimere giudizi)
-    Trama
» Oreste arriva risoluto a vendicare il padre Agamennone uccidendo Citennestra ed Egisto
» non si fa cenno alla questione, centrale in Eschilo, della scelta tra “due giustizie”: obbedire al dio ed
   uccidere la madre oppure salvarla ma contravvenendo al comando divino
» nell’attuare il piano Oreste non è solo: lo accompagna l’amico Pilade ed un vecchio pedagogo, che ha il
   compito di recare a Clitennestra il falso messaggio che Oreste è morto
» Elettra brama la vendetta del padre: è intrisa d’odio e disprezza profondamente la madre
» né le donne del coro, né la sorella Crisotemi riescono a placare
» Crisotemi è un personaggio introdotto appositamente da Sofocle per far risaltare ancora di più la costanza
   con cui Elettra cova il suo odio: infatti l’altra sorella ha accettato la situazione e vive come una
   principessa nel palazzo
» c’è un duro scontro tra Elettra e Citennestra mentre questa sta uscendo dal palazzo per compiere un
   sacrificio propiziatorio (era qualche notte che la tormentava lo spettro del marito)
» compare il pedagogo che dà alle due donne la notizia della morte di Oreste: provoca il sollievo in
   Clitennestra (temeva la vendetta) e la disperazione nella sorella, che gli voleva molto bene
» Crisotemi non vuole prendere parte ai piani vendicativi che Elettra sta tramando: agisce allora da sola
» giungono però Oreste e Pilade, che si presentano come stranieri venuti dalla Focide (dove Clitennestra
   aveva rifugiato il figlio alla sua nascita): portano l’urna contenenti le presunte ceneri del fratello
» scena del riconoscimento tra Elettra ed Oreste, carica di pathos
» la vendetta si compie: sospinto dalle esortazioni della sorella, Oreste uccide prima Clitennestra e poi
   Egidio (in ordine inverso rispetto alle Coefore di Eschilo = per lui non è un problema il matricidio)
-    Osservazioni
» sul personaggio di Elettra, Sigmund Freud costruì il cosiddetto “complesso di Elettra”, da cui prende il
   nome » è il processo per cui un figlio, amando il genitore del sesso opposto, diventa rivale con quello
   dello stesso sesso (Elettra infatti amava Agamennone e disprezzava fino ad un odio viscerale Clitennestra)
» Elettra ama molto anche Oreste, di cui si sente la vera madre (come se fosse sposa del padre) » Sofocle
   sceglie la variante per cui il fratello l’aveva messa in salso, spiegando il suo affetto
» Elettra racconta la sua versione del sacrificio di Efigenia.
-    Suo padre, durante la spedizione verso Troia, ha ucciso un cervo sacri alla dea Artemide
-    umanamente, se n’è vantato » Artemide allora gli impone il sacrificio della figlia Efigenia (sorella di Elettra, Oreste e Crisomene), altrimenti non avrebbe potuto né andare verso Troia né tornare indietro
-    il sacrificio per lei avviene quindi per un errore comprensibile ed involontario del padre, per cui non ha potuto fare a meno di ucciderla (giustifica la sua colpa) » pur affidando una colpa, la giustifica
non abbiamo altre attestazioni di questa variante: non sappiamo se è stata creata da Sofocle

SOFOCLE - Trachinie

TRACHINIE

-    Data di rappresentazione » la datazione è controversa: la più discussa in Sofocle. La scena patetica in cui Deianira, che sta per compiere il suicidio, dà l’addio alla casa è considerata simile a quella della tragedia di Euripide Ancesti (438 a.C.). Chi imita chi? In questi casi si osserva quale situazione sia meno credibile, perché l’imitazione può essere sfalsata rispetto al contesto, potendo prevalere il desiderio di imitare rispetto alla coerenza della situazione. Sia Ancesti che Deianira si prolungano in un lungo monologo, ma la prima non sa quando morirà, mentre la sposa di Eracle pronuncia un discorso troppo lungo per una che, nella sua particolare situazione, deve affrettarsi a compiere il suicidio prima che, per l’arrivo dei familiari, gli venga impedito l’atto. Inoltre, mentre il rimpianto di Ancesti verso la casa che l’ha accolta da sposa è comprensibile, quello di Deianira nei confronti di una casa ospite è meno coerente. Si può dedurre quindi che le Trachinie di Sofocle sono successive all’Ancesti di Euripide (cioè databili dopo il 438 a.C.)
Inoltre, se si crede alla suddivisione temporale delle tragedie basandosi sui “periodi stilistici”, essendo una tragedia a dittico, le Trachinie si collocherebbero nel nucleo più antico, dopo l’Antigone.
-    Ambientazione » Trachis (città della Tessaglia)
-    Personaggi » Deianira (moglie di Eracle)
» Eracle
» Illo (figlio di Deianira ed Eracle)
» Iole
-    Numero di attori » tre
-    Coro » trachinie (abitanti di Trachis)
-    Tragedia » a dittico (ad un certo punto della tragedia il personaggio principale scompare e ne interviene un
                      altro, spesso accompagnato da una nuova tematica » la tragedia è quindi divisibile in due parti)
-    Trama » nel prologo Deianira racconta gli antefatti della sua storia (infatti il mito di Eracle è complesso e il pubblico doveva capire). Introduce anche una questione cara a Sofocle: la bellezza che sempre l’ha caratterizzata viene descritta dalla donna come una sfortuna, perché l’ha resa sempre attraente per pretendenti pericolosi, come il dio del fiume Alcheo (per la mitologia greco-latina le acque sono animate oppure si trovano dèi che sono personificazioni di corsi d’acqua). Eracle però sconfisse il mostro in un duello, sposando poi la donna che aveva salvato. La gioia del matrimonio viene compromessa nel momento in cui, durante il viaggio di nozze, attraversarono un fiume, scortati dal suo guardiano-traghettatore, il centauro Nesso. Nel trasporto di Deianira, infatti, il centauro approfitta della ragazza. Eracle, offeso, trafigge con una freccia Nesso che, prima di morire, mentre l’eroe non stava guardando, suggerisce a Deianira di raccogliere il suo sangue in una boccetta, facendole credere che fosse un filtro d’amore, da usare quando la passione dell’eroe si fosse assopita o diretta altrove. L’unica precauzione è di non esporre il liquido alla luce del sole. Lei, scioccamente, segue il consiglio e conserva la boccetta. Le nozze sono molto feconde, ed ora Deianira è una donna di mezz’età, rifugiatasi a Trachis in attesa del ritorno del marito, che vede raramente. Così, mentre lei accudisce i figli da sola, Eracle è sempre in viaggio a compiere grandi imprese. Ora Eracle è assente da quindici mesi, a conquistare la città di Ecalia. La donna ha una profezia: se Eracle fosse tornato entro un certo tempo, le sue fatiche sarebbero finite, e lei spera di vivere una vecchiaia in serenità con lui. Impaziente dell’attesa, invia il figlio maggiore Illo alla ricerca del padre. Lui, irritato, rivendica l’autonomia delle sue iniziative dalla madre, rispondendo che ci aveva già pensato lui. Ma ormai Eracle sta tornando ed è ormai alle porte: dopo quindici mesi sta tornando vittorioso dalla conquista della città Ecalia, con un grosso bottino. Tra le schiave-concubine, in particolare una dall’aria regale colpisce Deianira, che si intristisce comparando la bellezza della sua età alla sé. Comincia qui il tormento della donna; lei non prova odio verso Iole e non biasima l’amore naturale di Eracle, ma compatisce la sorte della schiava, e nello stesso tempo desidera riconquistare il marito. Deianira si ricorda quindi del filtro d’amore che conservava dall’uccisione di Nesso, e confida al coro la vicenda che aveva tenuto segreta, giudicando scioccamente che fosse giunto il tempo di usarlo. Sceglie quindi una bella veste e la unge con il sangue trasparente del centauro con un batuffolo di lana, quindi rimanda dal marito il messo che ne aveva annunciato l’arrivo con la tunica nuova, come dono per il ritorno. Dopo del tempo, però, si accorge del suo errore: il batuffolo di lana usato per spalmare la veste viene corrosa dai raggi del sole; il filtro in realtà è un veleno, infatti la veste, una volta indossata da Eracle, aderisce al suo corpo, corrodendolo. La terribile intuizione di Deianira viene confermata (da chi?) e dall’arrivo del figlio, infuriato, che la accusa di aver attentato alla vita del padre, promettendo di vendicarlo. Poi, attanagliata dalla paura e dal rimorso di aver provocato dolore al marito e di aver perso la fiducia del figlio, si uccide (come accade sempre nel teatro greco, non in scena, ma viene raccontato). Eracle, credendo che si fosse vendicata per l’amore verso Iole, la maledice. Ma quando il figlio lo informa delle vere intenzioni per cui gli aveva donato la veste, l’eroe capisce che si era compiuto un antico oracolo, secondo cui esso sarebbe stato ucciso da un morto (Nesso). L’eroe chiede dunque al figlio due cose: di portarlo primo in cima al monte Eta e ucciderlo e, prima di morire, di prendere in moglie Iole. Prima di commettere il patricidio, Illo pronuncia un lungo monologo al coro, chiedendo comprensione nei confronti del gesto che compirà: la colpa è degli dei, che si fanno chiamare padri, ma non si prendono cura dell’uomo (si ricorda che Zeus è padre di Eracle)
-    Osservazioni
» Deianira è il contrario dell’eroina: di mezz’età, bellezza sfiorita, ingenua, tradita dal marito verso cui
   però non prova rancore » è la vittima di una colpa che non ha commesso
» non c’è una colpa, solo questioni caratteriali: il suicidio di Deianira è causata dalla reazione istintiva del
   figlio » è un dramma senza responsabili, senza senso » tragedia molto negativa (tutto è retto dal caso)
» l’oracolo che prometteva a Deianira la fine di tutti i suoi mali, qualora Ercole fosse tornato in tempo, era
   corretto letteralmente (perché al suo ritorno lei è morta, quindi ha smesso di soffrire) ma ingannevole
» non c’è una possibilità per l’uomo di essere libero e felice perché è in balia del nulla
» alla fine della tragedia il coro dice a Iole: «entra in casa, non hai colpa. E tutto questo è Zeus»
» due sono le posizioni descritte da Sofocle davanti a questi avvenimenti
1.      gli dei hanno la colpa perché non sono intervenuti quando avrebbero dovuto
2.      gli dei hanno voluto che tutto ciò accadesse » idea di onnipotenza inscrutabile degli dei
» ci sono due varianti della morte di Eracle
1.      viene ucciso sul monte Eta dal figlio Illo

2.      viene ucciso sul monte Eta dal figlio Illo e poi Zeus interviene trasformandolo in un dio e offrendogli una sposa divina come premio per le fatiche compiute sulla terra (Sofocle sceglie di non farne cenno)

SOFOCLE - Aiace

SOFOCLE
AIACE

-    Data di rappresentazione » 450 a.C. (Sofocle ha 46 anni), è il più antico dei drammi di Sofocle
-    Ambientazione » piana di Troia
-    Personaggi » Aiace Telamonio
» Odisseo
» Atena
» Tecmessa (concubina di Aiace, prigioniera di guerra)
» Teucro (fratellastro minore di Aiace)
-    Numero di attori » tre
-    Coro » soldati dell’esercito di Aiace, marinai di Salamina
-    Trama » il mito ha origini antichissime. Odisseo teme la vendetta di Aiace, perché i capi greci hanno
assegnato a lui le armi del defunto Achille. Aiace si è sentito quindi ferito nell’onore, perché Odisseo è stato riconosciuto più degno di lui. Mentre Odisseo si aggira di notte per l’accampamento, preoccupato, giunge Atena, la sua dea protettrice (già nella tradizione antica), rivelandogli che ha fatto impazzire Aiace: preso dall’euforia, ha fatto strage di un branco di pecore credendo che si trattasse dei capi dell’esercito acheo, e anche i pastori, e tra poco si risveglierà dall’inganno. Così, oltre al disonore perché non gli è stato riconosciuto il valore con l’assegnazione delle armi, si aggiunge anche un’ulteriore derisione, ma Odisseo non ne gioisce, anzi ne prova compassione. Aiace entra in scena, soddisfatto del suo atto euforico (tre attori), ma una volta che riacquista il senno e si rende conto che la sua fallita vendetta gli avrebbe procurato scherno, un secondo disonore, si convince del suicidio. Dopo un discorso falsamente rassicurante con il coro e con Tecmessa, dopo l’addio alla patria lontana, pianta a terra la spada con la punta rivolta in alto e vi si getta sopra. Inizia il dramma di Aiace morto: Teucro, suo fratello minore, vorrebbe seppellire il cadavere, ma gli Atridi lo vietano. Odisseo, colpito dalla sorte infelice dell’eroe, però interviene convincendoli a malincuore a desistere dalle inimicizie, convinto che non debbano proseguire dopo la morte. Odisseo è colpito dal fatto che gli dei possano portare via la cosa più importante per gli uomini: l’onore e la dignità. Agamennone e Teucro non accettano però la ragione in Odisseo, nessuno dei due vuole Odisseo  presente al funerale.
-    Osservazioni
» il dialogo Aiace-Tecmessa è molto simile a quello tra Ettore ed Andromaca, contenuto nell’Iliade: in
   entrambe le situazioni la donna non ha più nulla a parte il compagno; la differenza è che Andromaca è
   una principessa, mentre Tecmessa non ha davvero più nessuno (per colpa di Aiace!)
» Aiace muore in scena (non era mai successo nelle altre tragedie greche), dietro un cespuglio, in totale
   solitudine, perché, altro fatto inaudito, il coro è stato allontanato
» in questa tragedia il rapporto con gli dei non interessa, a cui si sostituisce l’interesse per i rapporti con le
   persone (es: Teucro), anche se sopravviene solamente quando Aiace è morto
» l’inimicizia finisce dopo la morte o si protrae?

» Atena è protettrice di Odisseo ma a che costo! Intanto distrugge completamente la vita di un altro uomo